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Rare and modern books

Carrà, Carlo

Guerrapittura [Guerra pittura]. Futurismo Politico. Dinamismo Plastico. 12 Disegni guerreschi. Parole in libertà

Edizioni futuriste di Poesia (Stab. tip. Taveggia),, 1915

4000.00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italy)

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Details

Year of publication
1915
Place of printing
Milano,
Author
Carrà, Carlo
Pages
pp. [2] 104 [10] con: «Programma politico futurista», «Sintesi futurista della guerra» (entrambi su doppia pagina), indice e (su doppia pagina) catalogo delle Edizioni futuriste di «Poesia»; 12 tavole in carta patinata nel testo, di cui una ripiegata; e il bel ritratto fotografico dell’autore nel testo all’antiporta (di Mario Nunes-Vais).
Publishers
Edizioni futuriste di Poesia (Stab. tip. Taveggia),
Size
in 8°,
Edition
Edizione originale.
Keyword
Futurismo Storia
Binding description
brossura stampata ai piatti (dorso muto), straordinaria composizione tipografica dell’autore all’anteriore,
First edition
Yes

Description

LIBRO Edizione originale. CON AUTOGRAFO. Viviani, poeta e scrittore toscano, fu uno dei protagonisti della stagione avanguardista fiorentina del caffè “Giubbe Rosse”; nei tardi anni trenta si riavvicinò a Marinetti e al futurismo, diventandone uno dei primi storici e curandone la memoria nel secondo dopoguerra. Molto significativa la data della dedica, da quel Forte dei Marmi dove Carrà prese a trascorrere ampi tratti della sua vita nel corso degli anni Trenta, in una villa fatta appositamente costruire nel quartiere di Roma Imperiale. Vergata nel 1936, quando l’artista aveva da tempo abbandonato le sue origini futuriste, ma si riteneva evidentemente ancora legato ad esse. Esemplare in più che buone condizioni, quasi ottime: piuttosto fresco, con alcune fioriture alle pagine interne e un restauro perfettamente eseguito a rinforzare il dorso e le cerniere; «8° migliaio» stampato in testa alla quarta di copertina. Libro fondante del primo futurismo, «Guerrapittura» è un riuscito pastiche di: - saggio militante alla maniera futurista, ovverosia quello stile lapidario ed apodittico, violento piuttosto che argomentativo, lanciato da Marinetti nei primi manifesti ed enormemente diffusosi in quel clima interventista che precedette la prima guerra mondiale (clima di cui il libro di Carrà è naturalmente piena espressione). «Guerrapittura», data la lunghezza del testo, ricorda particolarmente da vicino il «Fotodinamismo» di Anton Giulio Bragaglia, pubblicato poco prima (1913); - antologia selezionata delle opere, riprodotte in un apposito inserto su carta patinata comprendente dodici tavole; - raccolta di componimenti paroliberi molto riusciti, elaborata sulla scia dello «Zang tumb tuuum» marinettiano, appena pubblicato (1914). Non c’è quasi pagina che lasci indifferenti. A culmine, in chiusura di volume, sono riproposti due dei più particolari manifesti futuristi: il «Programma politico futurista» stampato in verticale su doppia pagina; la «Sintesi futurista della guerra», stampata su apposito foglio ripiegato. La «Sintesi», straordinario esempio di manifesto parolibero dove l’argomentazione è resa in forma grafica rinunciando all’argomentazione razionale per puntare tutto sull’evidenza pittorico-visiva dei concetti espressi, inventa un topos assai frequentato dalle avanguardie storiche internazionali: quello del cuneo che attacca il cerchio. -- «Guerrapittura» è anzitutto la risposta di Carrà al «Dinamismo plastico» di Umberto Boccioni, voluminoso saggio uscito al principio del 1914, con il quale il capo dei pittori futuristi aveva per primo fissato su carta, e firmato a suo nome, i principi dell’arte futurista. Carrà non l’aveva presa proprio benissimo: « … buona parte delle idee concrete ch’egli ha sull’arte le deve a me … quattro anni fa egli amava più Klimt che Renoir in pittura — amava i preraffaelliti e non capiva affatto i grandi impressionisti e nemmeno i post Matisse e Picasso. Credeva fermamente che Rodin fosse molto più grande di Rosso» (lettera a Gino Severini, 11 marzo 1914). E qualche mese dopo, sempre scrivendo a Severini, il più colto e francese tra i pittori futuristi, Carrà colpiva con maggior precisione: « … il libro di Boccioni … è a mio parere falso nel suo fondamento e superficiale dal punto di vista pittorico … il substrato religioso e filosofico del libro a me ripugna profondamente» (lettera del 3 giugno ’14, cit. come la precedente da Archivi del futurismo, I, p. 317 e 339). Tuttavia, nel febbraio 1914 era uscito un libro destinato a cambiare completamente l’orizzonte del futurismo, un libro con il quale tutti i futuristi avrebbero dovuto confrontarsi: «Zang tumb tuuum» di Marinetti. Con «Guerrapittura,» dunque, Carrà non risponde direttamente a Boccioni; si appropria, invece, di un campo nel quale per il momento solo lui e — non a caso — Severini sono campioni: quello del “quadro parolibero”. «La tipografia insolita delle parole in libertà influenzava anche la pittura … Marinetti intuì subito l’importanza di una simile contaminazione tra scrittura e pittura, e dopo aver visto il disegno di Carrà [Festa patriottica] si affrettò a scrivere a Soffici, raccomandandogli di pubblicare immediatamente l’opera su “Lacerba”: “Ti mando la fotografia del quadro parolibero di Carrà. Ti preghiamo di rimandare magari altri disegni a numeri successivi e di pubblicare questa fotografia, in questo numero (1° agosto). L’urgenza è dovuta al nostro desiderio di stabilire subito che Carrà e Severini sono stati i primi a fare queste fusioni assolutamente originali di dinamismo plastico e di parole in libertà” (21 luglio 1914)» (Salaris, Marinetti editore, p. 184). Oltre il «Dinamismo plastico» di Boccioni, si diceva; non sarà un caso che nella serie enciclopedica dei «Breviari intellettuali» pubblicati dall’Istituto Editoriale Italiano di Umberto Notari subito dopo la Grande Guerra, a cavallo di 1919 e 1920, per quanto riguarda il futurismo quattro saranno i testi presi in considerazione: la raccolta dei «Manifesti del futurismo»; il «Dinamismo plastico»; una selezione di Poesie di Marinetti (da «Zang tumb tuuum» principalmente); «Guerra pittura» (riproposto così, con titolo separato) di Carlo Carrà. «La realizzazione di “Guerrapittura” è durata qualche mese, intrecciata ai giorni in cui più intensa è la discussione sull’intervento dell’Italia in guerra, tra fine 1914 e inizio 1915, mentre si scardina l’equilibrio faticoso dell’avanguardia italiana, tra futuristi e lacerbiani» (F. Rovati, Carrà tra futurismo e metafisica, Milano, Scalpendi, 2011, p. 13). La prima recensione fu quella — negativa — di De Robertis su «La Voce» del 15 aprile 1915, cui seguirà a fine mese quella di Soffici su «Lacerba» (24 aprile). Ma il libro acquistò una eco sempre più ampia con l’avvicinarsi dell’entrata in guerra dell’Italia, a due giorni dalla quale, sull’ultimo numero di «Lacerba» (22 maggio), Ugo Tommei dedicò a Guerrapittura un componimento encomiastico. Nel 1918 il libro era noto e richiesto anche nel circuito dell’avanguardia internazionale: «Natalia Gontcharova […] in 1918 […] wrote to the Futurist poet Francesco Meriano expliticitly asking him to send her Carrà’s book (letter dated Nièvre 28 November 1918, Fondo Meriano, Fondazione Primo Conti). Indeed, Carrà’s “Guerrapittura” became a renowned and successful example of how avant-garde artists engaged with the theme of the war» (Versari, Avant-garde Iconographies of Combat, Annali d’italianistica 33, 2015, p. 193). Bibl.: Cammarota, Futurismo, 88.1; Rovati, Carrà tra futurismo e metafisica, pp. 13-63; Salaris, Marinetti editore, n. 36; Ead., Storia del futurismo (1994), pp. 76-77 (illus.); Andel, Avant-Garde Page Design, n. 109
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