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Livres anciens et modernes

Lelio, Bonsi

CINQUE LEZZIONI DI M. LELIO BONSI DA LUI LETTE PUBLICAMENTE NELLA ACCADEMIA FIORENTINA. AGGIUNTOVI UN BREVE TRATTATO DELLA COMETA, E NELLA FINE UN SERMONE SOPRA L'EUCARESTIA DA DOVERSI RECITARE IL GIOVEDI SANTO DEL MEDESIMO AUTORE.

appresso i Giunti, 1560

1100,00 €

Brighenti libri esauriti e rari

(Bologna, Italie)

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Détails

Année
1560
Lieu d'édition
Firenze
Auteur
Lelio, Bonsi
Éditeurs
appresso i Giunti
Edition
Originale
Description
Tela ottocentesca
Langues
Italien
Premiére Edition
Oui

Description

Lelio, Bonsi. Firenze, appresso i Giunti, 1560. CINQUE LEZZIONI DI M. LELIO BONSI DA LUI LETTE PUBLICAMENTE NELLA ACCADEMIA FIORENTINA. AGGIUNTOVI UN BREVE TRATTATO DELLA COMETA, E NELLA FINE UN SERMONE SOPRA L'EUCARESTIA DA DOVERSI RECITARE IL GIOVEDI SANTO DEL MEDESIMO AUTORE. In-8° legatura ottocentesca in tutta tela, titolo in oro al dorso, taglio rosso, con sovracopertina in acetato. 1 f. b., 4 ff. (= 8 pp.), 111 ff. (= 222 pp.), 1 f. (= 2 pp.) in fine, 1 f. b. Prima edizione dell'opera maggiore di Lelio Bonsi, letterato e filosofo fiorentino, amico di A. Caro e B. Varchi. Dedicate a Francesco de Medici, le lezioni furono pronunciate pubblicamente all' Accademia Fiorentina e commentano testi petrarcheschi e danteschi, prendendoli a pretesto per discutere questioni scientifiche. Nella parte finale, il volume include un breve Trattato della cometa. Bonsi affronta i temi della formazione delle comete, infine del loro significato secondo gli astrologi. Fonte principale per la vita del B. è la sua opera maggiore, Cinque lezzioni di M. L. B. lette da lui publicamente nella Accademia Fiorentina aggiuntovi un breve trattato della cometa e nella fine un sermone sopra l'eucarestia da doversi recitare il giovedì santo del medesimo autore (Firenze 1560):molte notizie biografiche sono infatti desumibili dalla dedicatoria dei Giunti a Francesco de' Medici e da accenni fatti dal B. stesso nelle Lezioni e nel Trattato. Quattro delle lezioni sono dedicate a Francesco de' Medici: la prima (letta il 6 luglio 1549)commenta il sonetto petrarchesco "L'aspettata virtù, che 'n voi fioriva" (CIV) scolasticamente ma con molta cura nella ricerca delle fonti; la seconda (6 nov. 1550)commenta "Pommi ove 'l Sole occide i fiori, e l'herba" (CXLV), prendendo a pretesto i versi per proporre le questioni scientifiche che il B. poi discusse nella terza e nella quarta lezione (13 e 20 nov. 1550).L'ultima delle lezioni infine, pronunziata il 15 ott.1551 alla presenza del cardinale Alessandro Farnese e a lui dedicata, tratta dei versi di Dante sulla fortuna (Inferno, VII, 67-96)confrontandoli con le opinioni di altri poeti, filosofi, astrologi e teologi. Segue - dopo un breve Ragionamento recitato dal B. come provveditore dell'Accademia in occasione del consolato di F. Torelli - il Breve trattato della cometa, scritto in forma di lettera all'amico G. Razzi: senza alcun accenno all'osservazione diretta, il B. si limita a riferire con gran sfoggio di cultura quanto sull'argomento fu detto dagli antichi e in particolare da Aristotele. Di scarso interesse, infine, il sermone quaresimale sul mistero dell'eucaristia, che chiude il volume a testimonianza dei pii sentimenti dell'autore, che fu uomo religiosissimo e generoso benefattore di ordini monastici. Bell' esemplare. Riccardi, Corr. ed agg. II, 98. Libri, Cat. 1861, 1209. Decia, I Giunti di Firenze, 308. Gamba, Testi di Lingua, 1265. Cantamessa, 1021. Cas.
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