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Livres anciens et modernes

Maffei Scipione

De l'emploi de l'argent, ouvrage dédié au Pape Benoît XIV. Traduit de l'Italien sur la seconde Edition de Rome, avec Approbations Romaines

s.n.t., 1787

400,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1787
Lieu d'édition
a Avignon
Auteur
Maffei Scipione
Éditeurs
s.n.t.
Thème
Economia, Usura, Traduzioni francesi
Jaquette
Non
Dédicacée
Non
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Non

Description

In-8° (210x131mm), pp. XXIV, 318, (1) di approvazione dell'Inquisizione, legatura moderna m. pelle con titolo oro al dorso e piatti marmorizzati. Fregio inciso al titolo, testatine ornate. Piccoli restauri marginali al foglio del titolo e alla carta finale di approvazione. Qualche leggera brunitura e fioritura. Buon esemplare. Prima edizione in lingua francese, condotta sulla seconda edizione romana, di quest'opera di grande importanza nell'àmbito del dibattito settecentesco sull'usura, in cui il Maffei dichiara lecito un interesse sui prestiti di danaro, facendosi fautore delle tesi liberistiche proprie dei paesi protestanti e adducendo numerosi esempi pratici di mercatura. Le autorità ecclesiastiche condannarono tempestivamente l'opera (da notare che a essa replicò Daniele Concina, il famoso poligrafo friulano dell'ordine dei domenicani, che si propose di confutare sistematicamente le tesi propugnate dal Maffei), ordinandone il ritiro immediato, sicché, nella seconda edizione del 1776, il Maffei assunse una posizione piu morbida sull'argomento, avendo Benedetto XIV, dedicatario dell'opera, nel frattempo pubblicato la famosa enciclica 'Vix pervenit', che condannava proprio la pratica dell'usura. Scrive Franco Venturi: 'Le sue conclusioni, e in questo sta il merito dell'opera sua, non sono più teologiche, ma storiche. L'usura in tutta l'antichità e nel medioevo. era stata giustamente condannata perché riguardava lo sfruttamento da parte dei potenti degli elementi più miserabili della popolazione. Modernamente l'usura è il prestito ad interesse di un capitalista ad un benestante, ed è perciò legittimo, legittimo anzi proprio perché utile e benefico. Egli era apertamente per la civiltà del denaro, dei prestiti ad interesse, conscio com'era della sempre maggiore necessità di tali strumenti nella vita economica moderna' (Settecento Riformatore, I, pp. 122-124). Per le edizioni italiane cfr.: Einaudi, 3603. Kress, 4716.
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