
Livres anciens et modernes
Beccaria Cesare.
Dei delitti e delle pene.
Brescia, per Nicolò Bettoni, 1807.,
750,00 €
Mediolanum Libreria Antiquaria
(Milano, Italie)
Les frais d'expédition corrects sont calculés une fois que l'adresse de livraison a été indiquée lors de la création de la commande. Un ou plusieurs modes de livraison sont disponibles à la discrétion du vendeur : standard, express, economy, in store pick-up.
Conditions d'expédition de la Librairie:
Pour les articles dont le prix est supérieur à 300 euros, il est possible de demander un plan de paiement échelonné à Maremagnum. Le paiement peut être effectué avec Carta del Docente, Carta della cultura giovani e del merito, Public Administration.
Les délais de livraison sont estimés en fonction du temps d'expédition de la librairie et de la livraison par le transporteur. En cas de retenue douanière, des retards de livraison peuvent survenir. Les frais de douane éventuels sont à la charge du destinataire.
Pour plus d'informationsMode de Paiement
- PayPal
- Carte bancaire
- Virement bancaire
-
-
Découvrez comment utiliser
votre Carta del Docente -
Découvrez comment utiliser
votre Carta della cultura giovani e del merito
Détails
Description
Impressa dal noto tipografo bresciano Nicolò Bettoni con grandi caratteri "bodoniani" di gusto neoclassico, la presente edizione può essere considerata una tra le più belle dei "Delitti" sia per la cura filologica che per le dimensioni ed eleganza della stampa. Il testo fu curato da Giulio Beccaria, figlio dell'autore, che lo corredò da una bibliografia che è ritenuta la prima relativa a questo testo.
Questo celebre saggio sta alla base della riforma del diritto penale e del trattamento carcerario nell'età moderna. L'opera del Beccaria scritta, come è noto, in collaborazione con Pietro Verri fu, senza dubbio, il maggior contributo italiano al pensiero illuminista europeo.
"One of the most influential books in the whole history of criminology [… whose] impact on the reform of criminal justice can hardly be exaggerated" (PMM).
"Il B., nell’estate del 1762, leggeva a P. Verri il Contrat social […]. Insieme essi cercavano in Helvétius e negli Scozzesi le radici di quell’utilitarismo che fin dal 1763 nel suo Discorso sulla felicità P. Verri aveva espresso nella formula: “Felicità pubblica o sia la maggior felicità possibile divisa colla maggior uguaglianza possibile” […]. La sintesi geniale venne con l’opera del B. [… che risultò essere] uno dei testi fondamentali dell’illuminismo italiano ed europeo, tanta è l’energia e la passione con cui viene rifiutata l’eredità di più di un millennio di tradizione giuridica. La legislazione vigente vien ridotta ad “alcuni avanzi di un antico popolo conquistatore”, ad uno “scolo de’ secoli i più barbari”. Tutto era da rifare e la spinta iniziale non poteva venire che dalla lotta contro gli interessi, i privilegi dei pochi in nome dei diritti di tutti […]. La forza di queste pagine stava in una straordinaria capacità di trovare un punto d’incontro tra il calcolo razionale ed utilitaristico e la compassione profonda, umanitaria, sentimentale". (DBI s.v.).
Pubblicata inizialmente in forma anonima, per paura di rappresaglie da parte austriaca, l'opera conobbe un successo immediato, tanto da contare sei edizioni in due anni, e la traduzione in ventidue lingue. "Rapida pure fu la risposta europea, generalmente mediata dal diffondersi della traduzione francese" (Firpo), e influenzò più o meno direttamente Caterina di Russia, Giuseppe II, Leopoldo II e i legislatori della rivoluzione americana e poi di quella francese. Firpo, Bibl. di C. Beccaria n. 35. Gamba 2148. Printing and the Mind of Man 209 (1° ed.). Brunet I, 729.