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Livres anciens et modernes

Gritti, Jessica

Echi albertiani. Chiese a navata unica nella cultura architettonica della Lombardia Sforzesca

Il Poligrafo, 2014

18,00 €

Il Salvalibro

(Foligno, Italie)

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Détails

Année
2014
ISBN
9788871158396
Lieu d'édition
Padova
Auteur
Gritti, Jessica
Éditeurs
Il Poligrafo
Format
21 cm
Thème
Architettura Italiana Lombarda ''400 ''500, Famiglie Nobili Italiane Sforza Mantova
Description
paperback
Etat de conservation
Neuf
Reliure
Couverture souple
Condition
Neuf

Description

Collana "Saggi IUAV - collana di Ateneo" - Volume nella sua brossura originale con bandelle esplicative, 452 pagine con illustrazioni in nero e a colori nel testo. Libro in condizione di nuovo -- La chiesa di Sant'Andrea di Mantova ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione in area lombarda del linguaggio archittettonico di Leon Battista Alberti, divenendo polo di significativa attrazione culturale per i territori limitrofi. Un riconoscimento unilaterale del magistero albertiano rischia tuttavia di occultare l'intrinseca ricchezza della cultura lombarda, nell'ambito della quale si stratificarono novità di rilievo già nel corso del XV secolo. L'analisi di un piccolo gruppo di chiese edificate in territorio lombardo tra la seconda metà del XV secolo e il primo decennio del Cinquecento - lette in passato come testimonianze esemplari della "fortuna" del Sant'Andrea di Mantova, in virtù dell'impianto comune a navata unica - permette di riconoscere un linguaggio aperto a suggestioni e innovazioni eterogenee, consentendo una più ampia riflessione sul carattere variegato della cultura architettonica del ducato sforzesco. Le chiese di San Sigismondo di Cremona, di Santa Maria Assunta di Maguzzano, di Santa Maria delle Grazie di Soncino e di Santa Maria delle Grazie di Castelnuovo Fogliani, edifici monastici situati al di fuori dei centri maggiori, sono qui contestualizzate e analizzate all'interno del panorama architettonico della loro epoca, guardando alla varietà di soluzioni e modelli di riferimento, al rapporto con la tradizione autoctona e con quelle istanze ereditate da Filarete, Alberti e Bramante che rappresentano una componente costitutiva del linguaggio architettonico del secondo Quattrocento lombardo.
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