Histoire des progrès et de la chûte de l'Empire de Mysore, sous les règnes d'Hyder-Aly et Tippoo-Saïb; contenant l'historique des guerres des souverains de Mysore avec les Anglais et les différentes puissances de l'Inde.

2 volumi in-8° (208x127mm), pp. 395, (1); 454; legatura coeva m. pelle con titoli, filetti, fregi e tomaisons in oro ai dorsi e piatti in cartone marmorizzato. Bei tagli marmoreggiati in policromia. Firma di appartenenza ottocentesca e firma dell'editore. Errata in fine di entrambi i volumi. Al I vol., un ritratto su acciaio del Sultano Tippoo (1749-1797), dal ritratto originale di proprietà del Marchese di Wellesley. Seguono altre quattro tavole, vedute o cartografie ripiegate incise su acciaio o all'acquatinta: una carta generale dell'India (su acciaio), una veduta da Nord-Ovest di Seringapatam (all'acquatinta), una carta dei dintorni della medesima località (su acciaio), una pianta dell'attacco militare del Colonnello Wellesley, verificatosi ancora in tale luogo (su acciaio). Il secondo vol. è invece adorno in principio di una carta su acciaio dei possedimenti territoriali del Sahib Tippoo, con i confini di essi tratteggiati a più colori. Esemplare ben conservato, con solo qualche sporadico alone e bruniture consuete. Prima edizione della prima opera storica del Michaud (più noto come autore della principale storia delle Crociate del XIX secolo) costituente un animato resoconto della guerra tra gli Inglesi e gli Indiani di Sahib Tippoo, basato sul libro del Beatson, 'A view of the origin and conduct of the war with Tippoo Sultan' (London, 1800), ma integrata con nuove fonti e documenti. Tippoo o Tippu Sahib, figlio di Haider Ali, fu Rajah del Maisur dal 1782 e prosecutore delle campagne militari paterne contro gli Inglesi, dai quali fu infine vinto ed ucciso a Seringapatam. Il Michaud (Albens, 1767-Passy, Parigi, 1839), storico, letterato, giornalista di proteiforme vena, è oggi ricordato quasi eminentemente per la sua imponente fatica di ricostruzione delle Crociate. Brunet, III, 1699. Chadenat, 1934. Monglond, V, 671.