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Livres anciens et modernes

[Covo] [Pagano, Pini - Giani, Mussolini - Giuliani Et Alii]

Il covo di via Paolo da Cannobio. 15 novembre 1914 - 15 novembre 1920 [titolo in copertina][SECONDA EDIZIONE SPECIALE]

PNF Edizione della Scuola di Mistica Fascista Sandro Italico - Mussolini . Impaginato da Giuseppe Pagano — Realizzazione - grafica dell’Istituto Raffaello Bertieri,, 1940

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italie)

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Détails

Année
1940
Lieu d'édition
[In ultima pagina:] In Milano,
Auteur
[Covo] [Pagano, Pini - Giani, Mussolini - Giuliani Et Alii]
Pages
pp. 82 [4] stampate in inchiostro nero e rosso su fogli semplici, con numerose immagini e fotografie b.n. n.t. (pp. [9/10], 75/[6] e [83/4] con aletta ripiegata).
Éditeurs
PNF Edizione della Scuola di Mistica Fascista Sandro Italico, Mussolini . Impaginato da Giuseppe Pagano — Realizzazione, grafica dell’Istituto Raffaello Bertieri,
Format
in 8° quadrato (245 x 230 mm; spessore 16 mm),
Thème
Fascismo Fotografia Libri Illustrati e d'Artista
Description
legatura con spirale in corda grezza, piatti in carta pesante semirigida con identica immagine fotografica b.n. a pieni margini, titolo in bianco a piena giustificazione al piede,

Description

LIBRO Seconda edizione speciale in 2000 esemplari numerati. Straordinario esemplare, il numero 1195 dei 2000 stampati, specialmente dedicato, con iscrizione manoscritta in elegante grafia sulla seconda di copertina, «Al Camerata Aldo Raimondi Dirigente della Scuola di Mistica Fascista». Aldo Raimondi (1902-1997) fu un talentuoso acquarellista di scuola realista, tenutario della prima cattedra di Acquerello a Brera dal 1939; poco note sono le sue affiliazioni fasciste, che questo esemplare mette particolarmente in luce. Copia freschissima e pulita, non conserva il raro astuccio editoriale. Nel febbraio 1940, in occasione del primo Convegno nazionale di Mistica fascista, il libro che fino a quel momento era stato visto solo dai 400 fortunati destinatari delle copie numerate ad personam stampate nell’ottobre del 1939 fu riproposto in due tirature: la presente serie di testa, rilegata a spirale di corda con i fogli doppi “alla giapponese” come l’edizione originale e pubblicata in 2.000 esemplari numerati riservata alle personalità e ai partecipanti al convegno; una tiratura brossurata non numerata posta in vendita. Rispetto all’edizione originale, la seconda cambia due fotografie (pp. 57 e 63), aggiunge ben otto pagine di nuovi contributi fotografici e citazioni scelte (dopo p. [73]) e le «Piante [topografiche] del Covo» su apposita carta ripiegata finale (Coronelli, «Tre luoghi reali e immaginari», n. 2b). -- «Il covo di via Paolo da Cannobio» è una pubblicazione-strenna che festeggia, in una tiratura riservata di sole 400 copie numerate ad persona, il passaggio di consegne dei locali del «covo», storica sede del «Popolo d’Italia» al numero 35 di via Paolo da Cannobio in Milano, a ridosso di piazza Diaz, affidatia da Mussolini al consiglio direttivo della Scuola di Mistica fascista “Sandro Italico Mussolini” il 18 ottobre 1939. La cerimonia di consegna si tenne l’11 novembre, officiata dal segretario del partito Achille Starace e ripresa dalle telecamere del cinegiornale. -- La Scuola di Mistica fascista era stata fondata nel 1930 dal giovane Niccolò Giani, laureando in giurisprudenza e membro attivissimo del GUF milanese, con il decisivo sostegno di Arnaldo Mussolini prima, e del figlio Vito poi. Obiettivo era il recupero del fascismo “autentico” delle origini, di trincea, rivoluzionario e antiborghese, da una prospettiva tuttavia spirituale, intrisa del culto della personalità del duce, orientata alla fondazione di una nuova umanità fascista. Un filone di pensiero pericolosamente irrazionale che non a caso rimase a lungo marginale, salvo riprendere credito e quota con il precipitare della situazione, verso la conclusione degli anni trenta. La conquista del «covo» fu da subito un obiettivo di Giani: nel 1932 si vide respingere una prima richiesta — rifiuto che lo indusse a congelare per qualche tempo l’attività della scuola. Ripresa con grande energia la direzione nel 1937 e cavalcata l’onda delle leggi antisemite e del razzismo spirituale, tra la fine de 1939 e il principio del 1940 l’istituzione creata da Giani giunse all’apice del successo: ottenne finalmente il «covo» e pochi mesi dopo, nel febbraio 1940, organizzò il primo Convengo nazionale di Mistica fascista, raccogliendo molte adesione e grande attenzione (T. Carini, «Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista 1930-1943», Milano 2009). -- Fu proprio in occasione del convegno che venne preparata una nuova edizione del libro-strenna, con un’ambizione ben esemplificata dall’ampiezza della tiratura: 12.000 copie dichiarate, divise in 2.000 «speciali» e 10.000 normali per il grande pubblico. A questa tiratura dichiarata vanno tuttavia aggiunte altre serie numerate di copie speciali — a differenza delle 2.000 stampate su fogli semplici e non doppi “alla giapponese” — in numero di copie non dichiarato ma comunque non superiore a poche centinaia riservate a speciali categorie quali «i sansepocristi» o «i camerati del “Popolo d’Italia”». Rispetto all’edizione originale, la seconda edizione del 1940 cambia due fotografie (pp. 57 e 63), aggiunge ben otto pagine di nuovi contributi fotografici e citazioni scelte (dopo p. [73]) e le «Piante [topografiche] del Covo» su apposita carta ripiegata finale (Coronelli, «Tre luoghi reali e immaginari», n. 2b). -- Il libro è soprattutto fotografico, pubblicando suggestivi e inediti scatti in bianco e nero degli ambienti, dei documenti, dei personaggi: la palazzina al 35 di via Cannobio, anonima e triste, militarizzata appunto come un covo, assurge a simbolo delle origini umili e subitamente pugnaci del fascismo. Accanto alle fotografie, memorabili frasi mussoliniane in cubitale rosso, e la narrazione del «covo» e della nascita del fascismo affidata alla penna di Giorgio Pini, dal 1936 caporedattore del «Popolo d’Italia». Il modernissimo disegno del libro si deve all’architetto razionalista Giuseppe Pagano, il quale realizza da una parte uno dei più notevoli photobook della prima metà del Novecento italiano, ben degno — e anzi: colpevolmente assente! — dalla monumentale storia del libro fotografico pubblicata negli anni scorsi da Martin Parr e Gerry Badger. D’altra parte, con i fogli doppi “alla giapponese”, le pagine ripiegate a giocare con i volumi del libro, la legatura tipo spiralblock ma in corda grezza coordinata all’impressionante astuccio in canapa su cui campeggia il fascio e la scritta cubitale IL COVO, Pagano ha realizzato il libro-oggetto capolavoro dell’avanguardia fascista; come pure farà Depero con «A passo romano» (Trento 1943), Pagano rilegge tutto il più avanzato campionario della grafica anni trenta in chiave di «iconografia funerea della rivoluzione fascista» — per usare la felice formula coniata da Mino Argentieri proprio a proposito del cortometraggio «Il covo», prodotto da Dolomiti Film per la Scuola di Mistica fascista nello stesso 1941 (L’occhio del regime, Firenze 1979) — inventando un’estetica “dell’orrore” che trae i suoi punti di forza da una mirabile sintesi violentemente bi-cromatica dei toni più cupi del tardo fascismo. -- Pagano, nato Pogatschnig in Istria, irredentista e decorato al valore durante la Prima guerra mondiale, poi tra i protagonisti dell’architettura contemporanea italiana, fu fervente fascista fino alla crisi dell’autunno 1943, quando si dimise dal partito e prese contatti con la resistenza. Catturato e internato nel campo di concentramento di Mauthausen, lì morì pochi giorni prima della liberazione nell’aprile del 1944. Bibl.: Coronelli, Tre luoghi reali e immaginari (ALAI 4, 2017, pp. 101-116), p. 107 n. 2b; Mughini, La collezione, p. 49; Grillo, Il libro fotografico italiano 1931-1941, pp. 227-229

Edizione: seconda edizione speciale in 2000 esemplari numerati.
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