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Éditeurs
Edizioni di Rivoluzione,
Thème
LETTERATURA ITALIANA PRIME EDIZIONI MODENA
Description
In 8°; 93, (3) pp. Brossura editoriale originale. Piccolo restauro al margine alto del dorso a chiudere uno strappetto, un altro strappetto, fissato, senza perdita di carta al piatto anteriore e per il resto esemplare in buone condizioni di conservazione. Stampato su carta forte di ottima qualità. L'opera venne stampata come ben esplicato al recto del frontespizio L'edizione originale di questo volume di Antonio Delfini si compone di trecentoventi esemplari numerati da 1 a 320 oltre ad una tiratura fuori commercio per il servizio stampa, il nostro porta il numero 196. Prima rara edizione di questo terzo romanzo del grande scrittore, poeta e saggista modenese Antonio Delfini (Modena, 10 giugno 1907 Modena, 23 febbraio 1963). La sua opera si colloca in un contesto di grande fermento letterario e culturale del Novecento, in particolare per la capacità di esplorare la realtà quotidiana con uno sguardo penetrante e originale. Delfini iniziò la sua carriera letteraria negli anni '30, ma è con "Il fanalino della Battimonda", pubblicato nel 1950 che raggiunge una consapevolezza stilistica matura. Questo romanzo è considerato uno dei suoi lavori più significativi che rappresenta un esempio eloquente della sua prosa incisiva e poetica. La narrazione del libro ruota attorno alle esperienze di vita in una Modena del dopoguerra, intrecciando temi di memoria, identità e il rapporto con il passato. Pur non avendo ottenuto alla sua epoca la stessa notorietà di altri contemporanei, Antonio Delfini è oggi, apprezzato per la sua acuta osservazione e per la sua capacità di cogliere le sfumature della vita quotidiana, consolidando la sua importanza nel panorama della letteratura italiana del XX secolo. La sua eredità continua a essere studiata e rivalutata, contribuendo a una migliore comprensione della cultura italiana dell'epoca. Scrive Delfini «Questo strano e facile racconto [.] è il resultato [sic] di unesperienza surrealista non ancora risolta e perciò non ancora esaurita. Deve essere stato Curzio Malaparte che, in tempi abbastanza recenti [su «Prospettive»], ha scritto, mi pare, di una nostra volontà di surrealismo. Io, codesta volontà o desiderio o comodità di non pensare lho adottata dal 1932. E non vorrei affatto insinuare che si tratti di una data avanguardista o precorritrice. A quellepoca il mio sogno maggiore di pensatore era quello [.] di trovare una giovane donna che accettasse di accompagnarsi con me a sparare rivolverate [sic] per le vie della città di M*** e di rendere emozionabili i cuori della Brava Gente ormai in via di assopimento». Raro, tirato in soli 320 esemplari numerati.