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Livres anciens et modernes

Sarti Pier Angelo.

IL RAMIGI. O siano le Battaglie della Val di Roggio nelle Montagne Lucchesi per riacquistare il Castel Valenzi. Poema eroicomico in dodici canti in ottava rima.

Tip.di Niccola Baroni, 1866

160,00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italie)

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Détails

Année
1866
Lieu d'édition
Lucca
Auteur
Sarti Pier Angelo.
Éditeurs
Tip.di Niccola Baroni
Thème
LUCCA.
Jaquette
Non
Etat de conservation
En excellent ètat
Reliure
Couverture rigide
Dédicacée
Non
Condition
Ancien

Description

Prima edizione. Prefazione di G.Pierotti. Cm.23,5x14,8. Pg.6,310. Legatura coeva in mz.pelle con titoli e fregi in oro al dorso. Piatti decorati. All'occhiello è applicata una rara fotografia originale raffigurante l'autore. "Prende il nome di Val di Roggio l'ultimo tratto della vallata percorsa dal torrente Pedogna e precisamente quel tratto che inizia all'altezza della strada che sale a Gello e va fino a Diecimo. Al toponimo Roggio ha giocato un brutto scherzo la sbrigliata fantasia del poeta vetrianino Pierangelo Sarti che nel suo poema eroicomico intitolato: "Il Ramigi o siano le battaglie della Val-di-Roggio nelle montagne lucchesi per riconquistare il Castel Valenzi" edito nel 1866, ed ambientato in queste nostre montagne, pur ricordando le più note località della valle, dette vita a personaggi fantastici quale il conte Roggio ed altri, che nella fantasia popolare sono finiti per diventare personaggi reali. L'argomento del poema è la riconquista del "Castel Valenzi" o Castel di Roggio. Valente, signore della Val di Turrite, aveva sposato la figlia del marchese di Roggio. Da questo matrimonio nacque Ramigi, "il cavalier del fiore". Il marchese non permise però che la figlia andasse ad abitare in Val di Turrite, ma volle trattenerla presso di se. Valente allora, per essere vicino alla consorte, avrebbe fatto costruire il nostro castello. Siamo qui di fronte ad un tipico e non raro esempio in cui "le storie" soppiantano la storia! Il "rogius" o "rogium" nel latino tardoantico ed altomedievale indicava un terreno acquitrinoso percorso da rivi e rivoletti d'acqua. E questa era appunto la caratteristica della nostra valle specialmente nel suo ultimo tratto quasi pianeggiante, tratto che va dalle Fabbriche di Vetriano (il Marocco) fino al fiume Serchio" (Giuseppe Ghilarducci). Codice libreria 170377.
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