Livres anciens et modernes
Anita Pittoni
L'armonica. Zibaldone degli scritti brevi
Edizioni dello Zibaldone, 1966
pas disponible
Drogheria 28 Libreria Antiquaria (Trieste, Italie)
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Détails
Description
colore. I fascicoletti sono raccolti in un elegante contenitore in cartoncino morbido con quattro alette che presenta nel piatto ant. l’incisione dell’armonica eseguita su disegno di Nicoletta Costa. I fascicoli presentano anche illustrazioni di Ugo Pierri). Sono stati tirati 500 esemplari numerati da 1 a 500 e 80 esemplari numerati da I a XXC ad personam (il nostro presenta il n. 497 per i fascicoli e 351 per l'astuccio).
Esemplare d’archivio della Pittoni con il timbro «Zbe» (Lo Zibaldone) apposto nel colophon. Allegati tre cataloghi editoriali de Lo Zibaldone del 1969 e del 1971, dove si parla de L’Armonica come «zibaldone degli scritti brevi di autori noti e ignoti, in prosa e in versi, in lingua e in dialetto: grani dell’anima o gridi del cuore di Trieste» (erano previsti ben 25 libretti ma ne uscirono solo 7).
Elenco dei racconti:
v. 1: Anita Pittoni, A casa mia (Trieste 1964); v. 2: Giani Stuparich, Il ciliegio di Bigliano; v. 3: Giani Stuparich, La prima granata su Asiago; v. 4: Sergio Miniussi, La ballata di Nadja; v. 5: Marino Todeschini, La storia del pesciolino piccolo [Nicoletta Costa: 5 illustrazioni]; v. 6: Umberto Pellegrina, Le mie lanterne;
v. 7: Anita Pittoni, La città di Bobi [Bazlen, ndr].
L’idea di presentare sette racconti in foglietti volanti apribili ad armonica nasce dal desiderio di riportare in auge le modalità di diffusione di una particolare letteratura per l’infanzia d’area tedesca - austriaca, ossia le fiabe da un soldo (ma la stessa forma a depliants richiama anche il rapporto tra la grafica editoriale e la
pubblicità per l’industria, i magazzini della moda e i biglietti d’auguri creati negli anni ’60 da Fred Bauer, Marcell Wyss, Heinz Looser - Brenner). Si affida per la realizzazione tecnica alle grafiche Cosarini che avevano stampato le prime prove poetiche di Pasolini e che fu poi compagno assiduo dello Zibaldone. La
Pittoni, in una lettera a Luciano Foà del 14 maggio 1966, definisce questi racconti “i grani dell’anima di Trieste”. Tra questi racconti spicca l’ultimo dedicato a Bobi Bazlen che poco prima di morire era riuscito a
far uscire per la Biblioteca Adelphi i libri di Kubin, Grosse e Potocki. L’insieme mette in risalto l’attenzione della Pittoni per l’artigianato e per l’editoria di progetto propria di una stamperia privata.