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Livres anciens et modernes

Placereani Pre Checo E Bellina Antonio

La Bibie I-VII

Ribis - Udine, 1984

150,00 €

Libri et Alia Libreria

(Udine, Italie)

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Détails

Année
1984
Auteur
Placereani Pre Checo E Bellina Antonio
Éditeurs
Ribis - Udine
Format
29x21cm
Thème
Locale FVG

Description

PRIMA EDIZIONE, in sette volumi e otto tomi con prefazione di Alfredo Battisti.  Traduzione in friulano della Bibbia in otto volumi e sette volumi, la traduzione è stata curata da Placereani e Antonio Bellina. Riccamente illustrata con riproduzioni di immagini tratte da codici. Fu pre Checo colui che ebbe l’idea di tradurre la Bibbia in friulano. «Capiva che era necessario dare alla Chiesa gli strumenti, ovvero la traduzione della parola di Dio, per usare la lingua friulana», ricorda pre Romano Michelotti, evidenziando come pre Checo già dai primi anni ‘70 aveva iniziato a tradurre: prima i Vangeli, poi i Salmi e i libri di Isaia e Geremia. Successivamente, grazie all’editore Ribis, si pensò ad un lavoro sistematico. All’impresa nel frattempo, ricostruisce pre Romano, si era aggiunto anche pre Toni che, dopo il terremoto del 1976, aveva sentito la necessità di tradurre il libro di Giobbe che affronta il mistero del dolore e del male nella storia. Di qui l’offerta di Bellina a Placereani di aiutarlo nella traduzione. «All’inizio – ricorda don Michelotti – pre Checo non era molto entusiasta, voleva essere lui “il Martin Lutero” del Friuli. Tuttavia, dal momento che il lavoro era impegnativo, si accordarono: pre Toni avrebbe tradotto i libri storici, pre Checo quelli profetici e quelli sapienziali». Subentrò poi la malattia di Placereani, che sarebbe morto nel 1986, in tempo per vedere il primo volume. E così il lavoro rimase tutto sulle spalle di Bellina, che l’avrebbe concluso nel 1987, con la traduzione del libro del profeta Malachia, mentre nel 1997 la traduzione sarebbe stata fatta propria e pubblicata dalle Diocesi friulane. «Accanto agli ultimi fogli della traduzione – ricorda don Michelotti – pre Toni scrisse: “No mi sint di dî nuie, dome che no podevi plui”. Per lui fu un lavoro sofferto, fatto con una tensione continua e il terrore di non arrivare in fondo, anche per i suoi problemi di salute». Il lavoro non fu facile. Pre Toni, che non conosceva l’ebraico, utilizzò, su consiglio della commissione biblica, la traduzione italiana, ma anche quella francese e ogni tanto quelle tedesche». Cartonato. Ottime condizioni.
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