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Livres anciens et modernes

Diego Rivera, Gladys March, Emilia Sala

La mia arte, la mia vita

Johan & Levi, 2017

21,85 € 23,00 €

Johan & Levi

(Monza, Italie)

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Détails

Année
2017
ISBN
9788860101662
Auteur
Diego Rivera
Pages
202
Série
Biografie (23)
Éditeurs
Johan & Levi
Format
160×232×15
Edité par
Gladys March
Thème
Autobiografie: artisti e personalità dello spettacolo, Storia dell’arte, Dipinti e tecniche di pittura, Singoli artisti, monografie d’arte, XX secolo, 1900–1999
Traducteur
Emilia Sala
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple
Condition
Neuf

Description

Mostro sacro del muralismo messicano, Diego Rivera è stato in realtà tante cose: sodale di Picasso, donnaiolo impenitente e amante vorace, fervido comunista ben presto espulso dal Partito e sedicente rivoluzionario dell'arte. Rievocando alcuni episodi salienti di questa sua storia personale, raccolta e trascritta dalla giornalista Cladys March, l'artista si rivela anche un narratore incapace di tenere a freno l'esuberante fantasia. Nella sua prosa, così come nella sua pittura, scorrono una travolgente passione per la vita e un'umanità multiforme: prostitute e rivoluzionari, politici corrotti e mecenati capitalisti, ma soprattutto la gente della propria terra, per la quale nutrirà sempre un amore profondo. Dopo i primi passi come pittore cubista in Europa, il ritorno in patria è vissuto infatti da Rivera come una rivelazione: il Messico, con i suoi colori infuocati e la sua luce intensa, le moltitudini gioiose al mercato e alle “fiestas”, gli si presenta come una fonte di incontenibile splendore. A cui attingerà al momento di ritrarre sulle enormi pareti degli edifici pubblici messicani la coscienza politica di un popolo, attraverso scene di schiavitù, di lotta sociale e immagini della cultura precolombiana, plasmando i tratti di quel muralismo che diventerà di lì a poco un movimento pittorico internazionale. L'autoritratto che si dipana sotto i nostri occhi assume via via i contorni di una confessione a cuore aperto, in cui l'autore non risparmia nessuno, men che meno se stesso. La sua versione dei fatti trova un controcanto nelle voci delle donne della sua vita - Angelina Beloff, Lupe Marin, Frida Kahlo, sposata per ben due volte, ed Emma Hurtado - raccolte in appendice. Giunto all'ultima pagina, al lettore non resta che chiedersi dove stia la verità su questo artista che è stato innanzitutto uno straordinario affabulatore o, nelle parole di Elie Faure, un creatore di miti, se non addirittura un mitomane.