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Livres anciens et modernes

[Riviera Ligure]

La Riviera ligure di Ponente (poi: La Riviera ligure)

Stabilimento P. Sasso e Figli,, 1895-1919

28000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italie)

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Détails

Année
1895-1919
Lieu d'édition
Oneglia,
Auteur
[Riviera Ligure]
Pages
pp. 12 a fascicolo con numerazione di pagina progressiva all’interno delle varie serie (e senza soluzione di continuità tra [prima serie] e «nuova [seconda] serie», anni 1895-1906 compresi).
Éditeurs
Stabilimento P. Sasso e Figli,
Format
in 4° (300 x 200 mm; 310 x 222 mm dal n. 29 sino alla fine),
Edition
Edizione originale.
Thème
Poesia Italiana del '900
Description
brossura illustrate; alcune annate rilegate in mezza pelle con angoli,
Premiére Edition
Oui

Description

PERIODICO Edizione originale. Rarissima collezione composta da 181 fascicoli sui 213 totali in fascicoli sciolti e in 2 volumi rilegati (per le annate 1906 - 1907 - 1908 e 1911-1912-1913-1914) in ottimo stato di conservazione. Straordinaria collezione che raccoglie 181 fascicoli dei 213 pubblicati di questa longeva rivista. Composto da 9 complete e 8 con lacune contenute, oltre a una buona campionatura dei fascicoli 1895–1900, il presente insieme include il raro numero d’esordio e il rarissimo numero finale monografico sui Trucioli di Sbarbaro. Nella Riviera ligure, accanto ai numerosi contributi in edizione originale, è ancora oggi possibile trovare numerosi inediti di alcuni dei più grandi autori della letteratura italiana. --- Il 15 giugno 1895 nasce a Oneglia (Imperia) uno dei primi esperimenti di mecenatismo aziendale. Si chiama La Riviera ligure di Ponente, ed è il foglio pubblicitario dell’azienda Sasso e Figli, che produce olio d’oliva, diffuso con una tiratura dichiarata dapprima in 50.000 copie ma presto alzate a 80/100.000. Il periodico veniva inserito, piegato a metà sul lato corto, nelle confezioni di olio inviate ai clienti. Ne è direttore Angiolo Silvio Novaro, figlio del titolare Agostino (l’azienda era intestata alla madre, Paola Sasso), scrittore. --- Della Riviera Ligure di Ponente, di questa bellissima fra le riviere, si ode spesso a parlare. Coloro che senza appartenerle per nascita le appartengono per vicende di casi, non se ne sanno più distaccare; quando vi parlano dell’azzurro del suo mare o del verde de’ suoi pini o del grigio de’ suoi olivi, si accendono come un ragazzo nel sorriso dell’innamorata. --- Si apre così il primo numero de La Riviera ligure di Ponente — parole che tracciano con chiarezza il taglio della pubblicazione: la rivista, nei suoi primi anni di vita, tratterà infatti della Liguria, anzi dell’ovest della regione, e affronterà temi legati al territorio e alla coltivazione dell’olio d’oliva, affiancando ricette culinarie e brevi racconti umoristici oltre che, naturalmente, la pubblicità dell’Olio Sasso. Una pubblicazione leggera, elegante e curata nella grafica, fortemente innovativa nel marketing aziendale del tempo, ma di certo priva di intenzioni artistico-letterarie. --- Tutto però cambia nel 1899, quando assume la direzione del periodico Mario Novaro, fratello di Angiolo Silvio. Laureatosi in filosofia a Berlino con una tesi su Malebranche (pubblicata nel 1893 presso Mayer & Müller; un estratto della tesi, La teoria della casualità in Malebranche, venne letta lo stesso anno all’Accademia di Lincei, e pubblicata nei Rendiconti dell’Accademia), insegnò in Germania, per poi rientrare in Italia, a Oneglia, a lavorare per l’azienda del padre; nel frattempo, non mancò di pubblicare altri saggi di carattere politico-filosofico, e s’iscrisse al partito socialista, nelle fila del quale venne eletto assessore comunale di Oneglia. In qualità di direttore de La Riviera ligure, impresse al periodico una svolta decisiva, dando vita ad una delle più importanti e influenti riviste letterarie del primo Novecento. --- Le modalità di distribuzione rimasero le medesime, così come la presenza degli elementi più marcatamente pubblicitari: il prezzario, la descrizione e le reclames degli olii Sasso, le illustrazione ad esso dedicate. Per il resto, però, tutto cambiò: innanzitutto il titolo, ridotto al semplice La Riviera ligure; poi, la tiratura, innalzata alla cifra, assai importante per l’epoca, di 120.000 copie. Ma soprattutto, Novaro ebbe l’intuizione di abbandonare il carattere prettamente localistico e gli articoli d’occasione, in favore di un progetto segnato da un’impronta marcatamente letteraria. Verranno coinvolti dunque i più importanti nomi della letteratura italiana, pubblicati in edizione originale. --- Pirandello inizierà la collaborazione nel 1901, con la poesia Pianto del Tevere: «Egregi Sig.ri P. Sasso e Figli, con tutto il cuore accetto l’invito di collaborare nella loro simpatica e geniale Riviera ligure. Ecco i versi. Grazie e devoti ossequi. Aff.mo Luigi Pirandello». --- Collaboratori della prima ora furono anche Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, fin dal 1899, con Nell’infinito, Giuseppe Lipparini l’anno successivo, con La fata bianca; e ancora Giovanni Pascoli e Grazia Deledda, entrambi nel 1901, il primo con La Messa, La tessitrice, la seconda con La montagnola. E così, negli anni successivi furono numerosissimi i nomi prestigiosi che si unirono alla rivista, quasi a creare un’antologia a puntate della letteratura italiana: Capuana, Bontempelli, Papini, Soffici, Saba, Sbarbaro, Palazzeschi, Slataper, Jahier, Boine, Campana, Govoni, Gozzano, Marino Moretti, Onofri, Rebora, Alvaro, Savinio, Borgese. Accanto agli inediti, la rivista pubblicava anche recensioni, all’interno di una rubrica, stampata su elegante carta velina, curata prima da Lipparini, e poi affidata a Boine. --- A osservare la lunghissima durata della Riviera ligure, quello che balza all’occhio — al di là di minime differenze di carattere naturalmente evolutivo — è il nucleo assolutamente omogeneo per formato, grafica e contenuti che va dal 1901 (nn. 27ss. della «nuova [ma: seconda] serie») fino al termine, con il famoso fascicolo monografico dedicato ai Trucioli di Sbarbaro (n. 14 della quinta serie, giugno 1919). --- I fascicoli usciti nei cinque anni di fine ’800 hanno un’impianto grafico più semplice, che li avvicina al dépliant pubblicitario: autocopertinato con stampa a due colori (verde/rosso, rosso/marrone, rosso/nero), disegno di testata figurativo, seppur con svolazzi liberty, incentrato sul soggetto della riviera ligure di ponente. La brossura viene introdotta nel 1901, assieme alla normalizzazione della grafica. Piuttosto austero l’aspetto dei fascicoli del 1901, senza disegni in copertina, appena ravvivata dal colore azzurro introdotto con il numero 29 (assieme alla tipografia Fratelli Treves di Milano). --- A partire dal numero 33 Giorgio Kienerk disegna la bella grafica di testata in stile liberty, e il colore ‘verde-Sasso’ per la brossura arriva con il numero 36 (febbraio 1902): disegno e colore rimarranno gli stessi per tantissimo tempo — invariati anche nel passaggio dal tipografo Treves ad Alberto Marchi di Lucca (dicembre 1904) — fino al numero 56 della quarta serie (agosto 1916). Quindici anni e oltre 150 fascicoli dopo (!) si torna al puro disegno tipografico per la copertina, impresso in rosso su fondo verde, poi su fondo grigio chiaro dal numero 58 sino alla fine. --- Novaro era pienamente conscio dell’importanza e della novità dell’operazione culturale che stava conducendo, ma anche del ruolo di mecenate che la Sasso e Figli ricopriva nella vicenda (fatto non banale, gli scrittori venivano pagati), rendendo possibile un inedito e virtuoso intersecarsi di impresa, letteratura e arte; lo esplicitò nei numeri della Riviera ligure del 1902, al piede della copertina, proponendo la vendita in blocco di dieci fascicoli: Dieci fascicoli della Riviera Ligure formano il più bell’Albo della Poesia e Prosa italiana, e costano sole Tre Lire. La felice base su cui la Riviera Ligure poggia [cioè a dire, l’azienda Sasso e Figli] rende possibile un prezzo così tenue, mentre questa sua singolarissima condizione la fa sicura di una vita e diffusione quale nessuna altra rivista possiede né facilmente potrà possedere in Italia. --- In assenza di espliciti programmi, è possibile seguire gli sviluppi della rivista osservando le successive iscrizioni al piede della copertina: nel 1903, Novaro fa apporre la dicitura: La Riviera ligure, pubblicazione mensile di poesie, prose, e disegni originali inediti (esce ogni mese, Agosto Settembre eccettuati), à collaboratori i più e meglio noti letterati e artisti d’Italia esplicitando così il ruolo centrale che il periodico veniva ad assumere, nel panorama letterario innanzitutto, ma anche in quello delle arti figurative: la rivista era caratterizzata da una grafica fortemente innovatrice e vi collaborarono, fino al 1904, artisti del calibro di Giorgio Kienerk, Plinio Nomellini, Edoardo De Albertis, Felice Carena, Franz Laskoff, Giovanni Battista Crema, illustrando poesie e racconti, e disegnando le grafiche, improntate alle massime espressioni del liberty italiano. Dal 1905, il piede della copertina muta nuovamente: La Riviera Ligure, esce ogni mese; pubblica poesie e prose originali inedite dei più valorosi e meglio noti letterati d’Italia. Spariscono i disegni e spariscono gli artisti: si ha insomma la definitiva rinuncia, forse per motivi economici, alle illustrazioni, e il periodico uscirà, da qui in avanti, privo di apparato iconografico, dando massimo risalto agli aspetti letterari. --- Lo studio della Riviera ligure lascia aperti ampi spazi alla ricerca: l’assenza della collezione completa dalle biblioteche italiane ha infatti in parte ostacolato una sua piena valorizzazione, non consentendo, del resto, nemmeno un’individuazione completa degli inediti, numerosi e importanti; solo di recente la Fondazione Novaro di Genova, in collaborazione con il Ministero per i Beni Culturali, ha realizzato una digitalizzazione della raccolta nella sua completezza, avvalendosi della collaborazione di altre biblioteche per colmare le lacune presenti nella propria collezione. In questo quadro, quella qui presentata risulta una delle raccolte più complete ad oggi disponibili, tanto presso gli enti pubblici quanto presso i possessori privati. --- Provenienza: Conte Ludovico Lanza, Milano. «Il conte Lodovico Lanza […] è stato forse il più grande collezionista italiano di libri del Novecento»: così comincia la parte dedicata al Lanza collezionista ne In una città atta ad eroi e suicidi di Giampiero Mughini (Milano 2011, pp. 121-125). Sulla figura di Lanza collezionista e bibliofilo — che meriterebbe approfondimenti di ben altro respiro — si possono leggere cenni anche nei libri di Alberto Vigevani (es. Milano ancora ieri: «[.] bibliofilo di tradizione familiare, discendente del conte Pertusati — la cui biblioteca, acquistata da Maria Teresa, divenne il fondo iniziale della Braidense — e di Gaetano Melzi, il celebre collezionista di romanzi cavallereschi»). Mario Novaro, Indice della «Riviera ligure» (1899-1919) (in Giovanni Boine, Plausi e botte, a c. di M. Novaro, Modena: Guanda, 1939iii); Franco Vegliani, Nonni e nipoti: storia degli industriali italiani (Milano: Successo, 1972); Pino Boero, ‘La Riviera ligure’ tra industria e letteratura (Firenze: Vallecchi, 1984); Rossana Bossaglia, ‘La Riviera ligure’: un modello di grafica liberty, con un saggio di Edoardo Sanguineti (Genova: Costa & Nolan, 1985); La letteratura ligure del Novecento, Guido Bertone et al., 1 (Genova: Costa & Nolan, 1992, part. pp. 35ss.)
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