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Livres anciens et modernes

Grandi Firme (Le) Pitigrilli

Le Grandi firme. Quindicinale di novelle dei massimi scrittori, diretto da Pitigrilli [PRIMA SERIE - 1930]

Stab. C. Mulatero e A. Ferrero,, 1930

250,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italie)

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Détails

Année
1930
Lieu d'édition
Torino,
Auteur
Grandi Firme (Le) Pitigrilli
Pages
circa 50 pagine a fascicolo.
Éditeurs
Stab. C. Mulatero e A. Ferrero,
Format
in 8°,
Edition
Edizione originale.
Thème
Narrativa Italiana del '900
Description
brossura a colori disegnata da Pitigrilli,
Premiére Edition
Oui

Description

PERIODICO Edizione originale. Gran parte del pubblicato del 1930 (dal numero 133 al numero 156) mancante dei numeri 134, 149 e 151. Fascicoli sciolti raccolti in astuccio e cofanetto con tassello al dorso. Esemplari con brossure ben conservate. Rivista quindicinale fondata a Torino nel 1924 da Pitigrilli, al secolo Dino Segre, figura tanto sinistra quanto affascinante della prima metà del Novecento: benché nato in una famiglia di origine ebraica, Segre non fu soltanto un sostenitore del fascismo ma anche un informatore dell’OVRA (la polizia segreta fascista) sospettato di responsabilità dirette nell’arresto di svariate e spesso illustri figure dell’antifascismo piemontese (tra cui Giulio Einaudi, Piero Martinetti, Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Cesare Pavese). Scrittore di successo di romanzi erotici e umoristici, Pitigrilli fu anche editore di diversi periodici a partire da «Le Grandi Firme», periodico ammiccante al bisogno di evasione, di divertimento e alle fantasie sessuali del pubblico borghese a cui era destinato attraverso “novelle” di autori importanti o famosi (da segnalare, nei numeri 65 e 73, racconti di Marinetti ). Leggera e innocentemente provocatoria, la prima serie della rivista continuò le proprie pubblicazioni fino all’aprile del 1937 quando venne ceduta per motivi finanziari ad Arnaldo Mondadori. La nuova serie – iniziata con il numero 308 del 22 aprile 1937 sotto la direzione di Cesare Zavattini – si presentò con un formato rinnovato e con le copertine affidate all’illustratore Gino Boccasile caratterizzate dalla celebre “Signorina Grandi Firme”, donna moderna, disinibita e maliziosamente goffa che avrebbe dominato la grafica del periodico fino all’ottobre del 1938 quando Mussolini ordinò l’immediata chiusura della rivista. L’immagine femminile eccessivamente emancipata comunicata dai disegni e dalle strisce a fumetti di Boccasile, infatti, nonché la pubblicazione di un racconto di Paola Masino - «Fame» - incentrato sulla condizione di estrema povertà di molti italiani risultarono inaccettabili per il regime, decretando la fine di questa eccentrica avventura editoriale.
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