Le Lupe

8vi, br. ed. Lione, 1941. Fuori, la guerra, líoccupazione, il coprifuoco, il razionamento. Dentro, nellíimmenso appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come ´perduto al fondo del tempoª, due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi ñ e invece somiglia sempre pi˘ a un condannato a vita. E dire che, quando si era presentato in casa della ´madrina di guerraª del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dallo Stalag), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per líamico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto (almeno in apparenza) con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica. O forse erano state loro a sedurlo. e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile. Quando ne arriver‡ una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si far‡ durissimo. Se non altro perchÈ la posta Ë uníeredit‡ di venti milioni di franchi. A poco a poco, tra ambiguit‡, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa puÚ essere mortale. Dando prova, ancora una volta, di una prodigiosa abilit‡, la ´coppia diabolicaª del noir francese fa crescere la suspense fino allíultimo, crudelissimo colpo di scena, e ci regala un romanzo claustrofobico che, a distanza di quasi settantíanni, non ha perso nulla del suo fascino sinistro.