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Livres anciens et modernes

Guenée Antoine (Abate)

Lettere di alcuni Giudei portoghesi, tedeschi, e polacchi, al Signor di Voltaire. Con un breve Comentario, estratto da uno più lungo. Tradotto per la prima volta in Italiano, dall'ultima edizione Francese; con alcune note, ed una Prefazione del Traduttore

presso G. P. Merande, 1792

200,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1792
Lieu d'édition
in Napoli
Auteur
Guenée Antoine (Abate)
Éditeurs
presso G. P. Merande
Thème
Ebraica, Polemiche sull'Illuminismo, Opere anonime
Jaquette
Non
Dédicacée
Non
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Non

Description

3 voll. in-8° (210x134mm), pp. XLVIII, 315, (5); (4) 284; (4), 281; brossura muta grigia coeva. Usuali fioriture, ma buon esemplare in barbe. Antichi ex-libris manoscritti ai frontespizi di estinta biblioteca. Prima traduzione italiana (dovuta al sacerdote trentino Antonio Inama) della nota opera antivolterriana dell'abate Guenée (Étampes, 1717-Fontainebleau, 1803). L'ecclesiastico francese finge che numerosi ebrei del Portogallo, della Germania e della Polonia indirizzino a Voltaire delle missive al fine di confutare l'interpretazione delle Sacre Scritture fornita da Voltaire nel 'Dictionnaire Philosophique' e nel corpus dell'intera sua opera. Attraverso la finzione letteraria delle lettere degli ebrei, il Guenée intende in realtà, per vie traverse, intessere un'apologia del credo cristiano, esente, tuttavia, da qualsiasi fanatismo. Proprio in virtù della sua moderazione, questo pseudo epistolario venne benevolmente accolto dallo stesso Voltaire, che, scrivendo a D'Alembert, riconobbe al Guenée ingegno non comune. Lo stesso Voltaire, nel 1777, scrisse una replica indirizzata contro la quarta edizione dell'opera del Guenée ed intitolata 'Un Chrétien contre six Juifs'. L'opera ebbe, fra i suoi più illustri estimatori, Chateaubriand. Il Guenée fu professore di eloquenza al Collège du Plessis di parigi (1741-1762), canonico di Orléans, membro dell'Académie des Inscriptions dal 1778. La presente è la sua opera maggiormente conosciuta e significativa. Melzi, II, 115 (mette in dubbio l'esistenza di quest'edizione: 'Ignoriamo se questa traduzione sia stata impressa'). Cfr. Brunet, Table, 1859. Barbier, II, 1260. Cioranescu, 32866.
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