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Livres anciens et modernes

Rossini, Gioachino

Lunga lettera autografa firmata inviata a Carlo Severini al Théâtre italien di Parigi

1830

2800,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italie)

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Détails

Année
1830
Lieu d'édition
Bologna,
Auteur
Rossini, Gioachino
Pages
245x187 mm. Manoscritto a inchiostro marrone scuro. 1 bifolio, scritte 3 pagine. Al verso della seconda carta il nome del destinatario. Tracce di foxing. Carta pesante, con lievi ondulazioni.
Thème
Lettere e cartoline Musica

Description

AUTOGRAFO Interessante lettera di argomento musicale relativa alla scelta delle opere da rappresentare al Théâtre italien di Parigi e al reclutamento dei cantanti. -- Questo prestigioso teatro (1801-1878) fu la sede francese per eccellenza delle rappresentazioni di opere italiane in lingua originale. Propose lavori di repertorio eseguiti dai migliori cantanti dell’epoca, ma ospitò anche prime assolute come I Puritani e Don Pasquale. Consacrò Rossini, Bellini e Donizetti. -- Nell’ottobre del 1830, Carlo Severini e Eduard Robert (citato nella lettera) ne assunsero la direzione. Rossini in modo ufficioso si occupò della direzione artistica. -- «Ho ricevuto la cara vostra e quella di Robert e mi sono subito affrettato ad eseguire le vostre commissioni. Qui unito troverete i contratti dei Gaddini [?], colla annotazione della resiliazione convenuta. In quanto al Pompeo lo spedirò quanto prima, Gli arabi nelle Gallie non sono partiti ma in ogni modo colla maggior possibile sollecitudine li riceverete. Pacini scrisse a me pure una lettera alla quale non risposi, poiché come voi pure dite riguarderei la sua venuta a Parigi, come rovinosa per il teatro, e di nessuna utilità musicalmente parlando. L’ultimo giorno di Pompei potrà (forse) con Lablache, e M.me Lalande avere qualche successo. In quanto agli Arabi ne dubito assai, siate cauti nel promettere, poiché la scelta degli spartiti è cosa molto delicata. [.] Vi prego ora che si avvicina il caldo di far fare qualche servitù alle mobilie mie, materassi ecc. Dite a Robert che approvo il contratto dei coristi e che mi figuro avranno il tempo di mettersi al corrente del repertorio. In quanto all’orchestra mi lusingo potrete formarne una eccellente e così [.] indipendente da quel Grand’Operà che sarà sempre fonte di difficoltà e di danni pel pesce piccolo. [.] siate certi che i voti che io faccio pel risultato dell’Impresa non sono meno ardenti del desiderio che nutro anche servirvi nel poco che valgo [.]. Ebbi lettera di [Giovanni Battista] Rubini nella quale mi assicura essere scritturato a tutto il 32 con Marietti [impresario] e sicché dopo il risultato di [Giovanni] David bisognerà trattarne col solo banchiere [.]».
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