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Libri antichi e moderni

Martini,CGIL.LE SEDI.LE ROSSE ARCHITETTURE,2010[architettura,CAMERE DEL LAVORO

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Descrizione





Luigi Martini,
CGIL. LE SEDI.
LE ROSSE ARCHITETTURE.
Casa Editrice Ediesse, Roma 2010,
brossura, 28x24,5 cm., pp.309,
numerosissime illustrazioni fotografiche in nero
e a colori,
ISBN: 9788823014404
peso: g.900

CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime,
minime imperfezioni alla copertina,
per il resto come nuovo



Indice
Prefazione Guglielmo Epifani 7
Presentazione Giuseppe Casadio 9
Le sedi
Le rosse architetture 13
CdL Piacenza 1891 47
CdL Milano 1891 61
CdL Torino 1891 89
CdL Bologna 1893 113
CdL Firenze 1893 143
CdL Imola 1900 165
CdL Alessandria 1901 179
CdL Modena 1901 185
CdL Ravenna 1901 195
CdL Reggio Emilia 1901 205
Confederazione Generale Italiana del Lavoro 1906 229
CdL Lucca 1906 267
CdL Rieti 1919 277
CdL Sulmona 1967-68 287
Scuola quadri di Ca' Vecchia 299
CGIL Puglia 305

dal testo introduttivo:

Quando mi venne proposta questa ricerca sulle sedi del sindacato, il pensiero corse al lun-
go percorso compiuto dai lavoratori italiani per dotarsi delle loro sedi, dove incontrarsi
per ragionare, trovare soluzioni ai loro problemi di sopravvivenza e di dignità, di istru-
zione e diritti.
Mi comparvero davanti agli occhi le «cameraccie», le osterie o, meglio, le bettole, che non
ho mai visto, ma richiamate nei film sulla storia del movimento operaio e socialista, e che
servirono come luoghi di incontro dei lavoratori, riuniti con i primi organizzatori sinda-
cali e politici, gli «agitatori», cioè i dirigenti che giravano l’Italia, le città e le
campagne del tempo e che già nell’Ottocento erano considerati dei «sovversivi», solo perché
volevano rendere migliore e meno ingiusta la società.
Già qualche Società operaia di Mutuo soccorso e alcune Cooperative avevano cominciato
a costruirsi proprie sedi, fino ad arrivare, in qualche caso, a realizzazioni più ambiziose,
adatte all’organizzazione anche di attività culturali. Nacquero così quelle che erano consi-
derate le Case del Popolo e i Teatri del Popolo, espressione dei primi diritti conquistati.
Le sedi del sindacato raramente erano di proprietà della appena nata Confederazione Ge-
nerale del Lavoro, le Camere del Lavoro erano spesso ospiti di sedi offerte in affitto dagli
Enti locali, oppure da associazioni operaie divenute molto forti come a Torino, con l’As-
sociazione generale operaia, o a Milano, con l’Umanitaria.
Poi vennero le distruzioni perpetrate dagli squadristi fascisti, gli incendi, gli assassini, gli
espropri, la dittatura. Nell’immaginario della mia mente «presero forma» i drammi e le pe-
ne subite dai lavoratori e da tanti dirigenti sindacali.
Quindi la felicità del secondo dopoguerra, il recupero parziale di alcune sedi, la grande at-
tività di edificazione volontaria, gratuita, di nuove case del popolo, di nuove sedi delle Ca-
mere del Lavoro, frutto di sottoscrizioni e sacrifici dei lavoratori anche per rispondere al-
la politica repressiva condotta, anche con nuovi espropri delle sedi sindacali e del tempo
libero, dai governi scelbiani degli anni cinquanta.
E, infine, il lungo percorso di consolidamento del movimento dei lavoratori che simboli-
camente s’è materializzato non solo con i diritti conquistati ma anche con la qualificazio-
ne funzionale ed estetica delle proprie sedi. La dignità e l’orgoglio dei lavoratori italiani
hanno dato forma al proprio essere protagonisti della società con l’edificazione o il re-
stauro di manufatti associativi di grande valore anche estetico.
Per queste ragioni è importante ripercorrere le pagine di questo volume. Davanti ai lavo-
ratori restano tanti problemi da affrontare, nuove questioni da risolvere, ma le sedi stan-
no a testimoniare che si parte da una storia lunga, culturalmente importante, simbolica-
mente solida e bella, che ha solo bisogno di essere valorizzata e proiettata nel futuro del-
l’umanità.
Giuseppe Casadio
Presidente dell’Associazione Centenario CGIL







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