Détails
Auteur
Pil'Njak, Boris Andreevic Pilniak
Éditeurs
Milano: Feltrinelli economica, 1979
Etat de conservation
En excellent ètat
Reliure
Couverture souple
Description
16mo. br. ed. Milano: Feltrinelli economica, 1979 308 pagine; 20 cm. Pil njak Boris Andreevic. - Pseudonimo dello scrittore russo B. A. Vogau (n. Moajsk 1894 - m. forse 1941). ConquistÚ una posizione di rilievo con il romanzo Golyi god, quadro della rivoluzione del 1917. Attaccato dalla critica russa per il romanzo Povest nepogaennoj luny, fu arrestato nel 1937; morÏ in campo di concentramento. Dove e come sia morto Boris Pilnjak ancora non síË saputo. La rivista sovietica ìMoskv·î nel maggio del í64. pubblicando un capitolo di un romanzo inedito di Pilnjak, parlÚ genericamente della tragedia dello scrittore travolto dalle conseguenze del ìculto della personalit‡î staliniana. … probabile che sia stato arrestato tra il í37 e il í38, mandato in campo di concentramento ed eliminato, assieme alla moglie, un figlio e una figlia. Una fine tanto oscura chiuse uníesistenza che era stata tumultuosa, agitata, corsa dal vento dellíinquietudine, dellíavventura e dal gusto per i colpi di scena. Líaccesa coloritura slavofila della sua partecipazione alla Rivoluzione lo aveva portato molto presto a dibattersi sempre pi˙ convulsamente nella morsa dellíortodossia; il brillante ìcompagno di strada,î che era stato per qualche anno quasi un modello per la nuova letteratura in Russia, síera fatto stritolare dagli ingranaggi repressivi dellíimplacabile meccanismo burocratico. Sequestri, reprimende, autocritiche, rielaborazioni, tentativi di rieducazione e goffi allineamenti: le aveva passate tutte, le tappe di un convulso annaspare. Infine su lui era calata la mannaia del silenzio: nel 1939 qualcuno lo vide, e fu líultima volta, segar legna in un gulag di Medvezegorsk (la ìMontagna degli orsiî) in Carelia, allíestremo nord della Russia, in un paesaggio da Oltre le foreste. Per il lettore che oggi ripigli in mano le sue opere due sentimenti si accavallano: il senso di frustrazione che d‡ il sapere che un genio (e tale egli certamente fu, superiore, nel romanzo e nel racconto, agli stessi Babelí e Bulgakov) Ë stato cosi crudelmente e stupidamente perduto: e líeuforia della sorpresa, perchÈ in anticipo su tutti Pilnj·k aveva posto, e forse risolto, quei problemi di struttura della narrazione e di rapporto tra segno e metafora, e tra metafora e struttura, intorno ai quali si sono arrovellate in Europa intere generazioni di scrittori. Non sono soltanto le discrepanze tra líideologia comunista e la vocazione dellíautore a occuparsi solamente del ìdestino della Russiaî a porre problemi al lettore (certi temi come quello del ìpartito comunista come semplice anello nella storia della Russiaî sono ritornati pi˘ tardi in Il dottor éivago ñ e le pagine finali del romanzo di Pasternak sembrano una risposta provvisoria allíesclamazione dello scettico di Terza capitale di fronte alla rivoluzione: ìChiss‡ cosa ne verr‡ fuori in futuro!î ñ come in tutta la letteratura del dissenso degli anni Sessanta e Settanta). Oggi ad appassionare Ë anche la ìprosa senza soggettoî che i critici stalinisti gli rimproveravano. ìLe parole sono per me come le monete per il numismatico,î scrisse Pilnjak. Mai come in lui la crisi e la ricerca di nuove vie della prosa narrativa moderna avevano assunto uníevidenza tanto sontuosa.