Quando abbiamo smesso di capire il Mondo

8vo, br. ed. pp.180. CíË chi si indispettisce, come líalchimista che allíinizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama ´blu di Prussiaª e si lascia subito alle spalle quellíincidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dellíelisir. CíË chi si esalta, come un brillante chimico al servizio del Kaiser, Fritz Haber, quando a Ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole; o quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di Prussia si puÚ ottenere un pesticida portentoso, lo Zyklon. E cíË invece chi si rende conto, come il giovane Heisenberg durante la sua tormentosa convalescenza a Helgoland, che probabilmente il traguardo Ë proprio questo: smettere di capire il mondo come lo si Ë capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare. » la via che ha preferito BenjamÌn Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.