LIBROPrima edizione.Ottimo esemplare proveniente dalle carte di Emilio Piccolo, poeta visivo e storico collaboratore dei neo-avanguardisti napoletani Caruso e Martini; conserva al suo interno un foglio sciolto con una tavola apparentemente originale, prodotta tramite diversi passaggi di colore a stampa.Rarissima opera prima di Stelio Maria Martini, universalmente ritenuta la prima opera di poesia visiva mai stampata in Italia. Il libro è organizzato in tre sezioni: «Un monologo e due occasioni», comprendente «Monologo», «Per una mostra di Mario Persico» e «Visita a Emilio Villa»; «Schemi», comprendente «Dèsploto!», «Sulla spiegazione del dott. Mc Gregor», «Due canzonette» e «Spirale»; «L’impassibile naufrago» (memorabile titolo che darà il nome anche alla storica mostra sulle riviste sperimentali tenutasi nel novembre 1986 al Museo Pignatelli di Napoli — il cui catalogo è ancora oggi imprescindibile riferimento sull’argomento), raccolta di quattordici collages. -- Il libro non reca data nei tradizionali luoghi deputati (del resto, editore e tipografo compaiono solo in copertina e non vi è frontespizio), ma la densa prefazione — che inquadra alla perfezione il lavoro del poeta nell’epoca contemporanea — è datata in calce «ottobre 1962», il che offre l’indicazione dell’anno di stampa. Esce per i tipi di «Documento Sud», la rivista pubblicata in sei quaderni dal 1959 al 1961 per iniziativa dei membri del cosiddetto «Gruppo 58», gli artisti Luca (Luigi Castellano), Guido Biasi, Bruno Di Bello, Lucio Del Pezzo, Sergio Fergola e Mario Persico; rivista che Edoardo Sanguineti non esitò a definire «il vero e solo organo dell’avanguardia artistica italiana» (cit. in L’impassibile naufrago, p. 18): «Al primo momento di aggregazione dei pittori del Gruppo 58 […] seguono quasi immediatamente le collaborazioni di Stelio Maria Martini prima e poi di Luciano Caruso. Martini […] non rappresenta solo l’innesto di una autentica, ludica, ironica vena poetica nuova ma è anche il tramite di ulteriori contatti, per nominare solo il più importante, quello con Emilio Villa. […] Di lì a poco (ottobre 1962) “Documento sud” editerà la plaquette “Schemi” che fu un primo esempio di scrittura “expanded” o “élargie” con i suoi poemi-collages che, loro malgrado, hanno finito per trovarsi tra gli incunaboli della sterminata produzione di poesia visiva degli anni seguenti» (ivi, pp. 19 e 27-28). -- «D: “Schemi” è considerato una pietra miliare per la poesia visiva. Come nasce? — R: “Schemi”, vale a dire la plaquette contenente quattordici poemi-collages, nacque per diretta istigazione di Mario Persico che, venuto un giorno a trovarmi, vide i collages e me ne impose l’immediata pubblicazione; che si fece entro poche settimane con il suo determinante contributo finanziario, oltre all’idea della copertina. […] La plaquette si decise di pubblicarla all’insegna dell’Edizioni Sud-Arte, sigla usata da Luca per pubblicare “Documento sud”, allora (estate 1962) già tutto uscito. […] Spedii “Schemi” a tutti gli indirizzi dell’indirizzario di “Documento sud” e una buona parte fu distribuita da amici e fece percorsi, come seppi solo in seguito, molto curiosi e interessanti. Quando, un paio d’anni dopo, andai a Reggio Emilia al convegno del Gruppo 63, scoprii di essere conosciuto da molti proprio grazie a “Schemi”» (C. Caserta intervista S.M. Martini nel 1992; cit. in Maffei e Peterlini, «Riviste d’arte e d’avanguardia», p. 165). -- «L’elemento visivo non è che il potenziamento delle possibilità così offerte dalla parola, quando non il completamento (se appena l’avessi potuto in maniera altrettanto pratica, non avrei esitato ad aggiungere elementi uditivi quali suoni di strumenti, accidentali o voci umane ecc., elementi in rilievo, mobili, olfattivi, ecc.). L’epifania della parola isolata è una delle tante illusioni dell’estetismo: una parola non si concepisce se non in un universo di discorso; esso “deve” essere aperto a tutte le possibilità» (dalla prefazione, p. [3]).L’impassibile naufrago: Le riviste sperimentali a Napoli negli anni ’60 e ’70, pp. 38, 53-54, 56-57 e figg. 27-30