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Livres anciens et modernes

TRACTATUS DE VIRTUTIBUS HERBARUM. 1499, die XIIII Decembris.

Per Simonem Papiensem dictum Bivilaquam, 1499

8000,00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italie)

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Détails

Année
1499
Lieu d'édition
Venetiis
Éditeurs
Per Simonem Papiensem dictum Bivilaquam
Thème
TESTI ANTICHI. Dalle origini al 1830, EDITORIA
Jaquette
Non
Etat de conservation
Acceptable
Reliure
Couverture rigide
Dédicacée
Non
Condition
Ancien

Description

Testo latino. Cm.20x14. Carte (3), CL, (17). Segnatura A4; a-x8. Legatura moderna in piena pergamena rigida, con tagli spruzzati. Tassello pergamenaceo con titoli impressi al dorso. Esemplare privo della prima carta, contenente il frontespizio con solo il titolo "Incipit tractatus de virtutibus herbarum" (A1) e dell'ultima carta bianca (x8). Testo in carattere gotico. Capolettera calcografico a carta A2. Opera adorna di 150 figure botaniche nitidamente incise in silografia nel testo, ciascuna con relativa dettagliata descrizione. Svariate chiose manoscritte cinquecentesche, con la traduzione in volgare dei nome delle piante raffigurate. Rifilatura limitata al margine superiore, che in alcuni casi lede la la paginazione. La parte iniziale e la finale del volume, oltre ad alcune tavole, sono interessate da vecchie bruniture ed aloni, non invasivi, per il resto fresca impressione. Si tratta di un raro erbario, stampato in forma anonima da fonti medioevali occidentali ed arabe, la prima volta da Peter Schöffer a Magonza nel 1484, e poi a Vicenza nel 1491, primo erbario impresso sul suolo italiano. E' proprio in occasione di questa stampa vicentina che appare una errata attribuzione del testo al catalano Arnoldo da Villanova, il cui nome compare accanto a quello di Avicenna all'inizio della prefazione. In tale edizione i due medici, sia pure vissuti a tre secoli di distanza, venivano simbolicamente raffigurati a discutere assieme in una tavola silografica. La scomparsa della figura, forse per refuso tipografico, e la persistenza della citazione didascalica nelle edizioni posteriori hanno ingenerato la successiva attribuzione, non suffragata da alcuna fonte. Assai ricco l'apparato iconografico, con gli stessi legni utilizzati per l'edizione vicentina. Secondo Agnes Robertson Arber in "Herbals, Their Origin and Evolution: A Chapter in the History of Botany, 1470-1670" (Cambridge, University Press, 1912): "These drawings are more ambitious that those in the original German [editions], and, on the whole, they are more naturalistic. A delightful example, almost Japanese in style, shows an iris at the edge of a stream, from which a graceful bird is drinking. In another picture the fern called "capillus veneris", which is perhaps intended for the maidenhair, is represented hanging from rocks over water". Il trattato, conosciuto anche come "Aggregator simplicium" o "Aggregator praticus simplicibus", costituisce un tipico esempio di come, a cavallo tra XV e XVI secolo, una progressiva divulgazione dell'iconografia botanica fosse di grande comodità per medici, erboristi e speziali. > BMC, V, 524; Cleveland Collection, 21; Essling, 1190; Goff, H-69; Hain-Copinger, 1807; Nissen, BBI, 2308; Mortimer, 228; Sander, 612. Codice libreria 163514.
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