In-8° (210x135mm), pp. XL, 372, (4), brossura originale marmorizzata. Fregio ornamentale in rame al frontespizio, testatine e capilettera ornati e istoriati sempre su rame e, in testa alla dedicatoria a Carlo Emanuele I, ritratto del sovrano inscritto entro medaglione ad un terzo di pagina. Indice e approvazioni in fine. Bell'esemplare in barbe. Edizione originale ed unica, rara, di questa trattazione dedicata dal Gerdil ai duelli, alla loro origine presso i popoli barbari e alla loro storia. Lo studioso barnabita indaga le leggi e i codici d'onore che sovrintendono alla pratica del duello e le varie disposizioni legali in merito, e si industria di confutare tale tipo di combattimento come contrario alla morale e alla religione così come alla società civile e al diritto. L'ultimo capitolo discetta dei mezzi atti a prevenire e contrastare il duello. Trattato assai interessante, nell'àmbito di un argomento che fu oggetto di molte controversie al tempo del Gerdil. 'Il volume parla dell'origine del duello, e l'ascrive ai Germani, che ne recarono l'uso fra di noi: ne indaga i motivi; distingue i duelli per cagione ed autorità pubblica, quelli per autorità pubblica e per ragioni particolari, e i duelli per cagione ed autorità privata [.]. Venendo in fine a' duelli, che, quantunque condannati dalla religione, dalla ragione e dalla umanità, nondimeno durano tuttavia fra di noi, insiste precipuamente nel provare quanto sia male inteso quel punto d'onore da cui sono sostenuti, e combatte tutte le false opinioni che possono addursi per difenderlo' (Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo Risorgimento, V, p. 280). Giacinto Sigismondo Gerdil (Samoens, Savoia, 1718-Roma, 1802), barnabita, professore di filosofia in varie università italiane, amico del cardinale Lambertini e di Benedetto XIV nonché precettore del futuro re Carlo Emanuele IV, fu creato cardinale da Pio VI. Il suo nome è legato soprattutto all'attività di pedagogista, la cui summa è l'Anti-Emile', scritto in dichiarata polemica con le idee roussoviane. In filosofia fu seguace, senza troppa originalità, di Locke e di Malebranche e rispecchiò in modo eloquente il disagio che incontrò lo spiritualismo dinanzi al razionalismo dell'Encyclopédie e dei Lumi, mentre il suo pensiero politico, eminentemente lockiano, fu pervaso da una costante polemica con Hobbes e con il contrattualismo di Rousseau, da lui reputato pericoloso sovvertitore dell'ordine sociale (lo stesso Rousseau, peraltro, apprezzò molte delle critiche del Gerdil, di cui riconobbe la finezza speculativa). Una raccolta delle sue 'Opere ed inedite' apparve a Roma tra il 1806 e il 1821 in 20 volumi. Levi-Gelli, Bibliografia del duello, p. 27. Garcia Donnell, Catalogue des livres anciens et modernes, manuscrits et imprimés sur l'escrime et le duel, 381: 'Cet ouvrage est un des meilleurs écrits d'un des plus illustres membres de l'ordre des barnabites'. Cioranescu, XVIII, 30357. Thimm, Fencing & duelling, p. 113. Gelli, 175.