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Gravures

DE JODE Gerard

Fori Iulii quam Friuli vocant Histriaeq(ue)… typus / Corfu Insula maris Adriatici Republica Venetae parens

1578

1100,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1578
Lieu d'édition
Anversa
Format
250 X 365
Graveurs
DE JODE Gerard

Description

Carta geografica che copre il territorio del Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana e, in un riquadro in basso, mostra l'isola di Corfù, all'epoca appartenente alla Repubblica Veneziana, orientata con il nord in alto. La mappa è pubblicata nello Speculum Orbis Terrarum di Gerard de Jode, stampato ad Anversa nel 1578 e ristampato nel 1593 dal figlio Cornelis de Jode. “L'orientazione è quella consueta. Essa abbraccia tutto il Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana. La regione friulana rivela, a prima vista una sicura consonanza con quel gruppo di carte che hanno, come prototipo, la bella stampa da incisione in legno di Giovanni Andrea Vavassori del 1553 e, in particolare, quelle a stampa, anonime, pubblicate con le date del 1561, 1562 e 1563 e, poi, con la firma del Camocio nel 1563 e del Furlani o Forlani, nel 1564. Per convincersene immediatamente basta osservare il disegno della linea di costa che, in tutte, risulta identico, al punto che si ripete costantemente l'errore di collocare Grado su un'isola all'interno della laguna omonima, nonché quello riguardante il reticolo idrografico che compone lo scheletro di base. L'unica differenza importante rispetto al prototipo è l'omissione del disegno del Timavo. La rappresentazione del rilievo, mediante lievi ondulazioni ombreggiate con tratteggio verticale più marcato nella parte centrale, somiglia di più all'ultimo documento, cioè a quello del Forlani. Qui invece, l'orografia è rappresentata assai più vagamente. È scomparsa anche la scritta relativa al M. Maura. Le sedi umane, rappresentate con prospetti di casette e torricelle, sono per lo più le stesse, fatta eccezione per un deciso sfoltimento. Al posto della legenda Qui S. Marco scrise lo euangelio che accompagnava nel Forlani il simbolo di un abitato subito a sud di Aquileia, compare soltanto l'indicazione di S. Marco. Anche qui ritroviamo la doppia collocazione di Vderzo (Oderzo) e la grafia di Ciporpete, per Castel Porpetto, che abbiamo rilevato come una peculiarità rispetto alle raffigurazioni precedenti, nella stampa riedita dal Furlani nel 1564. Ovviamente figurano nuovi errori. Così, per esempio, nella Carnia, Iulia carnico, per Iulium Carnicum cioè Zuglio, diventa Iulia Carmico. Per quanto riguarda l'Istria, invece, si è sfruttato il contributo di un'altra rappresentazione che già nel nostro precedente lavoro intitolato Descriptio Hi- striae, avevamo individuato in qualche rifacimento, che, peraltro, non conosciamo, della carta annessa al Del sito de Listria di Pietro Coppo, risalente al 1540. Ci avevano indotto, allora, ad avanzare questa ipotesi soprattutto le frequenti affinità che questa carta sembra avere con quelle che sono strettamente legate al modello citato: e ci riferiamo, in particolare, alla carta stampata a Venezia da Giovanni Francesco Camocio, nel 1569” (cfr. L. Lago – C. Rossit, Theatrum Fori Iulii, pp. 156-157, tav. LXV). Gerard de Jode fu un celebre incisore e stampatore, nativo di Nimega nel 1509. Dopo aver compiuto studî di matematica e di cosmografia, apprese l'arte dell'incisione, fu per qualche tempo alla corte di Carlo V a Bruxelles, poi si trasferì ad Anversa, dove già a partire dal 1551 cominciò a stampare incisioni artistiche di Franz Huys, Martin de Vos, Corneille de Cort, ecc.; ma presto si specializzò nell'incisione di carte geografiche e stampò ad Anversa il celebre mappamondo di Giacomo Gastaldi, nel 1568 l'Italia dello stesso, poi altre carte di molti autori, anche italiani, nel 1564 un grande mappamondo di Abraham Ortelius (Nova totius Terrarum Orbis iuxta neotericorum traditionem descriptio) e infine nel 1578 un vero e proprio atlante con il titolo di Speculum Orbis Terrarum, in 65 tavole, di autori diversi, già in parte pubblicate isolatamente. È uno dei primi atlanti moderni (preceduto soltanto dal Theatrum dell'Ortelius), oggi estremamente raro. Negli ultimi anni della sua vita attend. Carta geografica che copre il territorio del Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana e, in un riquadro in basso, mostra l'isola di Corfù, all'epoca appartenente alla Repubblica Veneziana, orientata con il nord in alto. La mappa è pubblicata nello Speculum Orbis Terrarum di Gerard de Jode, stampato ad Anversa nel 1578 e ristampato nel 1593 dal figlio Cornelis de Jode. “L'orientazione è quella consueta. Essa abbraccia tutto il Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana. La regione friulana rivela, a prima vista una sicura consonanza con quel gruppo di carte che hanno, come prototipo, la bella stampa da incisione in legno di Giovanni Andrea Vavassori del 1553 e, in particolare, quelle a stampa, anonime, pubblicate con le date del 1561, 1562 e 1563 e, poi, con la firma del Camocio nel 1563 e del Furlani o Forlani, nel 1564. Per convincersene immediatamente basta osservare il disegno della linea di costa che, in tutte, risulta identico, al punto che si ripete costantemente l'errore di collocare Grado su un'isola all'interno della laguna omonima, nonché quello riguardante il reticolo idrografico che compone lo scheletro di base. L'unica differenza importante rispetto al prototipo è l'omissione del disegno del Timavo. La rappresentazione del rilievo, mediante lievi ondulazioni ombreggiate con tratteggio verticale più marcato nella parte centrale, somiglia di più all'ultimo documento, cioè a quello del Forlani. Qui invece, l'orografia è rappresentata assai più vagamente. È scomparsa anche la scritta relativa al M. Maura. Le sedi umane, rappresentate con prospetti di casette e torricelle, sono per lo più le stesse, fatta eccezione per un deciso sfoltimento. Al posto della legenda Qui S. Marco scrise lo euangelio che accompagnava nel Forlani il simbolo di un abitato subito a sud di Aquileia, compare soltanto l'indicazione di S. Marco. Anche qui ritroviamo la doppia collocazione di Vderzo (Oderzo) e la grafia di Ciporpete, per Castel Porpetto, che abbiamo rilevato come una peculiarità rispetto alle raffigurazioni precedenti, nella stampa riedita dal Furlani nel 1564. Ovviamente figurano nuovi errori. Così, per esempio, nella Carnia, Iulia carnico, per Iulium Carnicum cioè Zuglio, diventa Iulia Carmico. Per quanto riguarda l'Istria, invece, si è sfruttato il contributo di un'altra rappresentazione che già nel nostro precedente lavoro intitolato Descriptio Hi- striae, avevamo individuato in qualche rifacimento, che, peraltro, non conosciamo, della carta annessa al Del sito de Listria di Pietro Coppo, risalente al 1540. Ci avevano indotto, allora, ad avanzare questa ipotesi soprattutto le frequenti affinità che questa carta sembra avere con quelle che sono strettamente legate al modello citato: e ci riferiamo, in particolare, alla carta stampata a Venezia da Giovanni Francesco Camocio, nel 1569” (cfr. L. Lago – C. Rossit, Theatrum Fori Iulii, pp. 156-157, tav. LXV). Gerard de Jode fu un celebre incisore e stampatore, nativo di Nimega nel 1509. Dopo aver compiuto studî di matematica e di cosmografia, apprese l'arte dell'incisione, fu per qualche tempo alla corte di Carlo V a Bruxelles, poi si trasferì ad Anversa, dove già a partire dal 1551 cominciò a stampare incisioni artistiche di Franz Huys, Martin de Vos, Corneille de Cort, ecc.; ma presto si specializzò nell'incisione di carte geografiche e stampò ad Anversa il celebre mappamondo di Giacomo Gastaldi, nel 1568 l'Italia dello stesso, poi altre carte di molti autori, anche italiani, nel 1564 un grande mappamondo di Abraham Ortelius (Nova totius Terrarum Orbis iuxta neotericorum traditionem descriptio) e infine nel 1578 un vero e proprio atlante con il titolo di Speculum Orbis Terrarum, in 65 tavole, di autori diversi, già in parte pubblicate isolatamente. È uno dei primi atlanti moderni (preceduto soltanto dal Theatrum dell'Ortelius), oggi estremamente raro. Negli ultimi anni della sua vita atten. Cfr.
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