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Gravures

ANDREANI Andrea (Mantova 1546 – 1623)

Il Diluvio Universale

1590

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Antiquarius Libreria (Roma, Italie)

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Détails

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1590
Format
695 X 455
Graveurs
ANDREANI Andrea (Mantova 1546 – 1623)
Langues
Italien

Description

Xilografia in due blocchi, fine XVI secolo, siglata con il monogramma dell’Andreani in basso a sinistra. Bellissima prova, impressa su due fogli congiunti di carta vergata coeva, completa della linea marginale, minime ossidazioni nella parte superiore, per il resto in eccezionale stato di conservazione. L’opera riproduce, in controparte, un intaglio a due legni, anch’esso non datato – ma realizzato nel decennio 1520/30 - e all’incirca delle medesime dimensioni, generalmente attribuito a Nicolò Boldrini. La scena raffigura il Diluvio universale, narrato nella Genesi: coppie di uomini e donne nudi emergono dall’acqua e si riparano su piccole lingue di terra, sullo sfondo di un paesaggio inondato, con abitazioni quasi del tutto sommerse dall’acqua, e altre figure che tentano di raggiungere la punta di una piramide, dietro la quale si scorgono antiche rovine con templi e obelischi. Sulla destra, è ben visibile l’arca costruita da Noè, verso cui si rivolgono con lo sguardo o con gesti delle braccia le persone in acqua nel tentativo disperato di salvezza, mentre altri annegano. Tra le vittime, anche un cane e un cavallo. Il disegno preparatorio, oggi perduto, è stato attribuito in origine a Tiziano, ma già Mariette dubitava di questa attribuzione, suggerendo il nome del Pontormo, mentre W. Suida quello di Palma il Vecchio. Baseggio inserì un esemplare dell’intaglio originario della Collezione Remondini di Bassano, nel gruppo Tiziano-Boldrini.In effetti, l’insieme degli elementi stilistici ed iconografici presenti nell’opera, sembrano escludere una derivazione da Tiziano e rivelano piuttosto influssi nordici combinati insieme: elementi stilistici della scuola danubiana; motivi paesaggistici della tradizione fiamminga e il classicismo (i templi e gli obelischi) tipico dello stile del Duperac e Thiry. Probabilmente proprio gli esemplari dell’opera con il monogramma dell’Andreani indussero a pensare ad un’invenzione italiana della composizione, tanto da essere inclusa, sia nella versione originaria che nella versione in controparte dell’Andreani, nel catalogo Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, del 1976/77, a cura di D. Rosand e M. Muraro.I curatori attribuiscono la silografia originaria a Nicolò Boldrini, pur sottolineando lo stile nordico dell’opera che evoca “un mondo diverso, quello che fa a capo all’arte di Durer”. Inoltre, notano che l’opera è stata intagliata con una precisione che “sembrerebbe precludere l’attribuzione a Boldrini” senza tuttavia formulare ipotesi alternative.In una pubblicazione del 1983, David Landau ha suggerito il nome del pittore olandese Jan van Scorel, seguito anche da Molly Faries, che sottolinea le numerose corrispondenze, sia nel paesaggio che nella pose di alcune figure, ma anche nell’uso delle linee parallele per ombreggiare la composizione, tra il Diluvio universale e due dipinti dell’artista, in particolare il Battesimo di Cristo e Tobia e l’Angelo. Questa derivazione di Andreani è indice del successo che l’opera incontrò.Andreani utilizzò l'incisione di riproduzione a chiaroscuro, molto di moda al tempo, ottenendo ottimi risultati: amava stampare con più legni sovrapposti in maniera complementare, in un modo che partecipa più del camaieu nordico "a contorni chiusi" che non del chiaroscuro di Ugo da Carpi "a contorni aperti". La sua opera grafica comprende circa quaranta lavori. La tecnica del chiaroscuro è particolarmente difficile nell' esecuzione, ed è per questo che ha trovato nella storia dell'arte grafica pochi seguaci. L'artista mantovano ne è certamente fra i maggiori esponenti.Opera di estrema rarità, conosciuta in pochissimi esemplari e in unico stato.Bibliografia: Le Blanc, 2; Mariette, V, 302; Muraro e Rosand, Tiziano e la silografia veneziana del cinquecento, n. 86 e n. 87; Passavant, VI, pag. 222, n. 2; Heinecken, 1; M.Faries, “A woodcut of the Flood re-attributed to Jan van Scorel”, Oud H. Woodcut, signed with Andreani’s monogram in the lower left. After Nicolò Boldrini.A fine impression, printed from two blocks on 2 sheets of contemporary laid paper, including the borderline or with thin margins, very good conditions. The composition reproduces, in reverse, a woodcut of almost same size, which was originally attributed to Titian, but Mariette already doubted this attribution. The scene depicted is the deluge described in Genesi. Couples and nude figures cling to a narrow tongue of land in the foreground while across the water tiny figures clamber up a distant shore to try to reach the top of a pyramid standing before other ancient ruins. Throughout the composition many of the distraught and frighlened turn to glance or gesture towards tha ark floating on the water which will eventually inundate the entire setting. The rising water has already claimed a number of victims, including a dog and an horse, and it stretches upward on a diagonal to wide expanse near the horizon. The variety of stylistic and iconographic elements of this composition seems to exclude Titian as possible author, Nothern influences are much more apparent: stylistic elements from the Danubian school, motifs from Flemish tradition of “world landscapes” and the antique in the style of Etienne Dupera and Leonard Thiry combined. The Andreani copies undoubtedly contributed to the basic categorization of the woodcut was Italian, yet the problematic nature of its style was conceded when it was included in the 1976/77 catalogue Titian and Venetian Woodcut by D. Rosand and M. Muraro. They allude to the print’s northern aspects: it evokes “a different world, that of Durer” and it conveys the style of the drawn model and was cut with an exactitude which “would seem to preclude an attribution to Boldrini”, but don’t suggest any other names. David Landau in London 1983 convincingly suggested that the composition reflects Scorel’s later style after his two years stay in Rome. The clear influence of Michelangelo’s Battle of Cascina, which he probably saw during his travel from Rome to the Netherlands via Florence, also suggests a later date. Molly Faries also attributes the work to Van Scorel, emphasizing many correspondences between this woodcut and two his paintings: Baptism, and Tobias and the Angel, executed during or just after Scorel’s stay in Venice.A great example of this very rare work.Literature: Le Blanc, 2; Mariette, V, 302; Muraro e Rosand, Tiziano e la silografia veneziana del cinquecento, n. 86 e n. 87; Passavant, VI, pag. 222, n. 2; Heinecken, 1; M.Faries, “A woodcut of the Flood re-attributed to Jan van Scorel”, Oud Holland, 97 1983, pp.5-12.
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