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Gravures

GHIGI Giambattista

Pianta delle Paludi Pontine

1778

1750,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1778
Lieu d'édition
Roma
Format
610 X 500
Graveurs
GHIGI Giambattista

Description

Importante documento sulle Paludi Pontine, inciso da Giovan Battista Ghigi nel 1778 sulla base del rilievo dell’ingegnere idraulico Gaetano Rappini, incaricato da papa Pio VI della bonifica della regione. In alto, vicino al margine sinistro, priva di riquadro, l'iscrizione commentata della "Descrizione del Nuovo Alveo per la Linea Pia"; nell'angolo superiore sinistro, il riquadro con la legenda "Avvertimento", per la rappresentazione, attraverso tre tipi di tratteggio, dei tre stati di palude (la "Palude permanente", la "Palude inondante a ogni pioggia' e la "Palude inondante in massime piogge”). Circa a metà del margine sinistro, l'elegante cartiglio, con stemma pontificio, dedicato al "Beatissimo Padre [.] Cola presente Carta io mi sono accinto a trasmettere alla Posterità un'Idea del savissimo Piano di questa grand'Opera seguito dal commento alla carta in relazione alla bonifica, con firma dell'autore Giambattista Ghisi: "Di Vostra Santità / Umilissimo, Devotissimo, ed Obbligatissimo Servo / Giambattista Ghigi / Roma 14 Feb 1778", Nella parte inferiore della carta, un'ampia fascia con INDICE numerato dei luoghi, a cui segue il "PIANO DELL'IMPRESA". Nel settore centrale, la "Scala di Tre Miglia Romane, che sono canne 2000". Margini non graduati., rosa dei venti schematica in alto a sinistra. “Questa carta, ripresa da quella del Sani per l'impianto generale e da quella del Rappini per il complessivo sistema idrografico e la delineazione del Circondario pontino, rappresenta lo stato reale delle paludi pontine poco prima dell'intervento di bonifica voluto da Pio VI, con l'indicazione delle aree invase in modo permanente dalla palude, le aree inondate nel corso di ogni pioggia e le aree inondate occasionalmente in caso di forti piogge, secondo i "tre stati di palude' codificati graficamente nell'apposita legenda attraverso diverse tipologie di tratteggi. Pio VI commissionò una delle più colossali opere di bonifica delle Paludi Pontine, impostando con rigore il progetto basandosi sulle esperienze dei precedenti tentativi di bonifica ed individuando le cause di insuccesso. La carta del Ghigi illustra le bonifiche autorizzate da papa Pio VI (1755-1799); i lavori furono iniziati nell'autunno del 1777 con lo scavo di un nuovo canale navigabile che, in onore del Pontefice, venne chiamato Linea Pio, il quale attraversa la pianura longitudinalmente e sfocia in mare nei pressi di Terracina. Il lungo rettifilo che si distingue in senso longitudinale è il tratto del decennovio della via Appia. Le sottili linee perpendicolari, invece, rappresentano i fossi tracciati in corrispondenza delle pietre miliari della via Appia, per lo scolo dei terreni dalle piogge” (cfr. M. G. Cocco in “Strade, canali, confini e rotte. I simboli lineari nella cartografia antica” a cura Associazione Roberto Almagià Collezionisti Italiani di Cartografia Antica, p. 40, tav. 13). Sotto il nome di “Paludi Pontine” e con quello odierno di Agro Pontino si intende il territorio compreso fra i Monti Lepini e gli Ausoni, il Mar Tirreno e il promontorio del Circeo. Un territorio che si estende fin verso Roma, senza un confine fisico ben definito che distingua l’Agro Pontino dall’Agro Romano, anche per le caratteristiche geologiche e fisiche del suolo; comunque come limite, puramente convenzionale, tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino si può considerare il corso inferiore e medio del Fiume Astura e una linea immaginaria che, partendo dai piedi della collina su cui sorge Cori, all’altezza di circa 120 m sul livello del mare, e mantenendosi su questa quota, si spinge fino ai piedi dell’altura su cui è posta Lanuvio. Si può affermare che, stando a quanto pervenuto sino a noi, la conoscenza della regione pontina era molto imprecisa allorché Sisto V pose mano ai grandi lavori idraulici diretti da Ascanio Fenizi (1585÷1590). Due carte successive rendono con efficacia lo stato della palude prima della bonifica di Pio VI, quella del Ghigi. Importante documento sulle Paludi Pontine, inciso da Giovan Battista Ghigi nel 1778 sulla base del rilievo dell’ingegnere idraulico Gaetano Rappini, incaricato da papa Pio VI della bonifica della regione. In alto, vicino al margine sinistro, priva di riquadro, l'iscrizione commentata della "Descrizione del Nuovo Alveo per la Linea Pia"; nell'angolo superiore sinistro, il riquadro con la legenda "Avvertimento", per la rappresentazione, attraverso tre tipi di tratteggio, dei tre stati di palude (la "Palude permanente", la "Palude inondante a ogni pioggia' ' e la "Palude inondante in massime ' piogge”). Circa a metà del margine sinistro, l'elegante cartiglio, con stemma pontificio, dedicato al "Beatissimo Padre [.] Cola presente Carta io mi sono accinto a trasmettere alla Posterità un'Idea del savissimo Piano di questa grand'Opera ' seguito dal commento alla carta in relazione alla bonifica, con firma dell'autore Giambattista Ghisi: "Di Vostra Santità / Umilissimo, Devotissimo, ed Obbligatissimo Servo / Giambattista Ghigi / Roma 14 Feb 1778", Nella parte inferiore della carta, un'ampia fascia con ' INDICE ' numerato dei luoghi, a cui segue il "PIANO DELL'IMPRESA". Nel settore centrale, la "Scala di Tre Miglia Romane, che sono canne 2000". Margini non graduati., rosa dei venti schematica in alto a sinistra. “Questa carta, ripresa da quella del Sani per l'impianto generale e da quella del Rappini per il complessivo sistema idrografico e la delineazione del Circondario pontino, rappresenta lo stato reale delle paludi pontine poco prima dell'intervento di bonifica voluto da Pio VI, con l'indicazione delle aree invase in modo permanente dalla palude, le aree inondate nel corso di ogni pioggia e le aree inondate occasionalmente in caso di forti piogge, secondo i "tre stati di palude' codificati graficamente nell'apposita legenda attraverso diverse tipologie di tratteggi. Pio VI commissionò una delle più colossali opere di bonifica delle Paludi Pontine, impostando con rigore il progetto basandosi sulle esperienze dei precedenti tentativi di bonifica ed individuando le cause di insuccesso. La carta del Ghigi illustra le bonifiche autorizzate da papa Pio VI (1755-1799); i lavori furono iniziati nell'autunno del 1777 con lo scavo di un nuovo canale navigabile che, in onore del Pontefice, venne chiamato Linea Pio, il quale attraversa la pianura longitudinalmente e sfocia in mare nei pressi di Terracina. Il lungo rettifilo che si distingue in senso longitudinale è il tratto del decennovio della via Appia. Le sottili linee perpendicolari, invece, rappresentano i fossi tracciati in corrispondenza delle pietre miliari della via Appia, per lo scolo dei terreni dalle piogge” (cfr. M. G. Cocco in “Strade, canali, confini e rotte. I simboli lineari nella cartografia antica” a cura Associazione Roberto Almagià Collezionisti Italiani di Cartografia Antica, p. 40, tav. 13). Sotto il nome di “Paludi Pontine” e con quello odierno di Agro Pontino si intende il territorio compreso fra i Monti Lepini e gli Ausoni, il Mar Tirreno e il promontorio del Circeo. Un territorio che si estende fin verso Roma, senza un confine fisico ben definito che distingua l’Agro Pontino dall’Agro Romano, anche per le caratteristiche geologiche e fisiche del suolo; comunque come limite, puramente convenzionale, tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino si può considerare il corso inferiore e medio del Fiume Astura e una linea immaginaria che, partendo dai piedi della collina su cui sorge Cori, all’altezza di circa 120 m sul livello del mare, e mantenendosi su questa quota, si spinge fino ai piedi dell’altura su cui è posta Lanuvio. Si può affermare che, stando a quanto pervenuto sino a noi, la conoscenza della regione pontina era molto imprecisa allorché Sisto V pose mano ai grandi lavori idraulici diretti da Ascanio Fenizi (1585÷1590). Due carte successive rendono con efficacia lo stato della palude prima della bonifica di Pio VI, quella del . Cfr.
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