Dettagli
Autore
CARAFA Riccardo (Duca d'Andria).
Soggetto
Riccardo Carafa-Napoli obilissima-Benedetto Croce-Autografo
Descrizione
Manoscritto su cartoncino (mm 268×200) con inchiostro blu. Non datato (1891?). Due quartine e due terzine per complessivi 14 righi, oltre il titolo e la firma.In buone condizioni, sepur lieve sbavatura d’inchiostro alla firma. Rarità. «Gli angeli bianchi salgono agitando per l’ampia notte le lunghissime ali […]. Gli angeli bianchi salgono cantando una canzone che mai nessun mortale ha mai cantato […]». È verosimile che il componimento trae origine dalla perdita del figlio nel novembre del 1891 [Cfr. Lettera a Benedetto Croce. Patrimonio Archivio Storico del Senato della Repubblica]. Riccardo Carafa (Duca d’Andria) [Napoli 1859-Bologna 1920]. Al ramo paterno era appartenuto Ettore Carafa conte di Ruvo, martire della rivoluzione napoletana del 1799; al ramo materno Gennaro Serra di Cassano, fatto uccidere da Ferdinando IV per essere stato secondo comandante della guardia nazionale della Repubblica partenopea; anche il padre del C. aveva cospirato contro i Borboni. Sposò Enrichetta Capecelatro, scrittrice e dama di palazzo, a Napoli, della regina Margherita. Negli anni giovanili si dedica alla passione per la scrittura. Tra gli ultimi rappresentanti della tradizione filodrammatica napoletana, è stato autore di opere teatrali, di una monografia storica sul suo antenato Enrico Carafa e di un romanzo. Vivo fu l’interesse del C. per i problemi storici e urbanistici della città natale; con B. Croce, S. Di Giacomo, G. Ceci e M. Schipa fu tra i promotori e i fondatori della rivista Napoli nobilissima che vide la luce nel 1892, e vi collaborò con articoli volti prevalentemente ad illustrare il patrimonio artistico napoletano. Con gli inizi del secolo il C. abbandonò quasi del tutto l’attività letteraria per dedicarsi alla vita politica. Nelle elezioni amministrative napoletane del 10 nov. 1901 si presentò nella vittoriosa lista cattolico-moderata del “Comitato centrale”, e nel 1902 fu eletto presidente della Deputazione provinciale, incarico che mantenne fino al 1904. Nello stesso anno fu nominato senatore per censo. Partecipò attivamente ai lavori del Senato pur senza tralasciare di interessarsi alle condizioni di Napoli. Acceso conservatore, si dichiarò contrario alla riforma elettorale giolittiana del 1912, sostenendo che si dovesse negare il voto agli analfabeti e che la nuova legge avrebbe incrementato il deteriore fenomeno del clientelismo elettorale a profitto del “borghese” meridionale. Il C. partecipò alla guerra libica come volontario, col grado di capitano, destinato d’ufficio presso il comando della spedizione.Tornato a Napoli, dette impulso al gruppo nazionalista, che vi era già stato costituito il 5 marzo 1911 senza ottenere molto seguito, divenendo presidente del locale comitato provvisorio. Il C. figurò anche tra i finanziatori della nuova edizione de L’idea nazionale. Davanti al conflitto mondiale il C. assunse un netto atteggiamento neutralista. Entrata l’Italia in guerra, il C. indossò la divisa di maggiore, ma l’età e la già malferma salute gli impedirono di prendervi parte.