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Fotografie

San Carlino: L’ultimo teatro dei pupi a via Foria.

40,00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Luogo di stampa
Napoli,
Soggetto
Teatro, Napoli

Descrizione

mm 180×121. Al verso timbro «Foto R. Carbone. Servizio fotografico Il Mattino Napoli». Didascalia a biro «L’ultimo teatro dei pupi a Foria». Indicazioni per la pubblicazione «2 col(onne) “Il Mattino”». In buone condizioni, con piega al margine bianco inferiore. Non comune. Una delle ultime foto del teatro dei pupi “Nuovo San Carlino”, attivo fin dalla seconda metà dell’800. Era ubicato in via Foria, nei pressi della Chiesa di Santa Maria Delle Grazie a Piazza Cavour. Accanto al Teatro era ubicata anche la libreria Dura, dove Gaetano Colonnese muoveva i primi passi da garzone di libreria. Tra il 1950 e il 1951, Piazza Cavour fu profondamente segnata dalla speculazione edilizia, che ne alterò l’aspetto originario. Un caso emblematico fu la costruzione del Palazzo Ottieri, che cambiò radicalmente la percezione dello spazio urbano. Per fare spazio al palazzo Ottieri furono abbattuti tutti i manufatti alla destra e alla sinistra della chiesa di S. Maria delle Grazie che è rimasta “imprigionata” tra i due orrendi palazzi in cemento armato. Per un breve periodo il teatrino dei pupi fu trasferito nei giardinetti di Piazza Cavour in una struttura temporanea, fino alla sua completa dismissione. L’incontro tra Raffaele Viviani e il teatro dei Pupi san Carlino. Tra i luoghi d’elezione dell’Opera dei pupi napoletana, vi era anche il teatrino di Porta S. Gennaro gestito da Aniello Scarpati, conosciuto come S. Carlino a Foria o Nuovo S. Carlino, dove operavano i celebri pupari Buonandi. In quel teatro (che agli spettacoli di pupi alternava ormai numeri di varietà e che nell’ultimo decennio dell’Ottocento fu gestito da Aniello Scarpati), nel 1892 debuttò il piccolo Raffaele Viviani: «Mi interessava la recita dell’Opera dei pupi del teatrino della Porta San Gennaro… Cantava tra i numeri che completavano lo spettacolo marionettistico un certo Gennaro Trengi, tenore e comico…Una sera si ammalò… Fui vestito con l’abito di un pupo, che mia madre raffazzonò alla meglio…Avevo quattro anni e mezzo e cantai… con voce tremula, esitante… Dopo qualche mese ebbi anch’io la mia paga…» [Cfr. Vittorio Viviani, Storia del Teatro Napoletano, Napoli, Guida editori, 2a edizione, 1992, p. 721].

Anno di pubblicazione: s.d., anni ’40-50,
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