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Libri antichi e moderni

Goldsmith Lewis

Istoria secreta del gabinetto di Napoleone Buonaparte e delle Corte di Saint - Cloud

S.n.t., 1814

220,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1814
Luogo di stampa
Italia
Autore
Goldsmith Lewis
Editori
S.n.t.
Soggetto
Storia di Francia, Napoleone, Pubblicistica antinapoleonica
Sovracoperta
No
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-8° (187x125mm), pp. XXVIII, 360, legatura dell'epoca in m. pelle marrone con titolo oro su tassello e filetti in oro. Bruniture lievi e un minimale restauro al frontespizio. Ottimo stato. Seconda edizione italiana di quest'opera edita all'origine a Londra nel 1810 e dovuta alla penna di Lewis Goldsmith, notaio ed ex interprete alla parigina Corte di Giustizia e al Consiglio delle Prede, scrittore politico e giornalista vissuto tra il 1763 e il 1846. Scrittura fieramente antinapoleonica ed antifrancese, intesa a demolire la Rivoluzione dell'89 e la figura di Bonaparte, essa risulta di estremo interesse per contestualizzare le reazioni pubblicistiche alla Rivoluzione e all'avanzare, in un momento successivo, della dominazione napoleonica. 'Il principale oggetto, che ho avuto in vista, è stato il provare per mezzo di un ragguaglio di fatti poco noti, e peggio apprezzati, che, nell'attuale stato dell'Europa, il Governo Inglese non può far la pace con Buonaparte senza compromettere la sua sicurezza', scrive il Goldsmith nella sua prefazione.Pubblicista anglo-francese con sangue portoghese ed ebreo nelle vene, il Goldsmith aveva dato alle stampe nel 1801 'The Crimes of Cabinets, or a Review of the Plans and Aggressions for Annihilating the Liberties of France, and the Dismemberment of her Territories', attacco contro la politica di Pitt che lo indusse a trasferirsi nel 1802 a Parigi. Talleyrand lo presentò a Napoleone, che gli affidò la direzione di un giornale in inglese stampato però a Parigi, mirante a trattare le vicende inglesi sotto un'ottica prettamente francese. Il Parenti, che pure registra l'opera nel suo 'Dizionario dei luoghi di stampa falsi' (p. 214), mostra di non conoscere i reali dati di luogo e di editore.