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Libri antichi e moderni

D’Annunzio, Gabriele

All’Augusto Sovrano d’Italia Umberto I di Savoia nel XIV Marzo MDCCCLXXIX suo giorno natalizio. Augurii e voti dei giovani Vittorio Garbaglia e Gabriele D’Annunzio [in copertina: «Nel XIV Marzo MDCCCLXXIX - Omaggio e Ricordo»]

Tipografia Giachetti, Figlio e C.,, 1879

18000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1879
Luogo di stampa
Prato,
Autore
D’Annunzio, Gabriele
Pagine
pp. 11 [1 bianca].
Editori
Tipografia Giachetti, Figlio e C.,
Formato
in 4°,
Edizione
Prima edizione dell’opera prima, la più rara tra le edizioni di
Soggetto
Poesia Italiana dell' 800 Poesia Italiana del '900
Descrizione
brossura originale beige legata a filo, al piatto superiore titoli in nero e rosso,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione dell’opera prima, la più rara tra le edizioni di D’Annunzio. Bellissimo esemplare pregiato dalla brossura originale, rarissima a trovarsi, e a pieni margini (277x180 mm). In ottime condizioni di conservazione (dorso e margini superiori dei piati reintegrati professionalmente, carte lievemente brunite, come normale; segno di antica piegatura longitudinale al centro). Nel marzo del 1879, il giovane Gabriele D’Annunzio, appena sedicenne e ancora studente liceale, compì il suo ingresso nel panorama letterario italiano con l’ode oggi conosciuta come «A Umberto I di Savoia», destinata a celebrare il genetliaco del sovrano, da poco assurto al trono. Il componimento, dal titolo solenne «All’Augusto Sovrano d’Italia / Umberto I di Savoia / nel XIV Marzo del 1879 / suo giorno natalizio / augurii e voti» era stampato, insieme a una lirica di Vittorio Garbaglia, compagno del secondo anno, in un esile fascicolo promosso dal Rettore del Real Convitto Cicognini di Prato, che intendeva offrirlo al re in visita (mai avvenuta), e finanziata dal padre di Gabriele, Francesco Paolo Rapagnetta-D'Annunzio; si tratta non solo della prima, ma anche della più rara delle edizioni dannunziane. -- Già attento agli aspetti promozionali, poi propagandistici, di ogni suo gesto, «pare che l'acerbo poetino d'Abruzzo [.] abbia indotto il padre a stampare la propria Ode [anche] in fogli volanti, distribuiti ai pescaresi il 14 marzo 1879 giorno onomastico del Re, mentre ascoltavano in piazza il concerto musicale» (Guabello, I, pp. 4-5). -- Sul piano stilistico, fin dalle prime battute le tredici strofe saffiche che compongono l'opera tradiscono l’evidente influenza della poetica carducciana: il giovane D’Annunzio riecheggia le cadenze dei versi del grande poeta del Risorgimento, ponendosi dunque in piena continuità con alcune liriche apparse nelle «Odi Barbare» o che confluiranno nelle successive «Rime Nuove». -- E nemmeno è privo di significato «che l’esordio del D’Annunzio scrittore avvenga all’insegna d’un impegno etico-politico: segno eloquente d’una vocazione tanto precoce quanto autentica e duratura: quella – presente anche, ma forse meno radicalmente, nel Carducci del Risorgimento – al ruolo di "vate" dell’Italia otto-novecentesca» (Zeppi, «Il pensiero politico di D'Annunzio nell'Ottocento», p. 105). -- Se occorrerà attendere il 1883, con la pubblicazione dell'«Intermezzo di rime», per assistere al definitivo affrancamento dal carduccianesimo, già in questo seminale componimento D'Annunzio riesce a esprimere elementi di piena novità: l’impeto bellicistico delle ultime strofe, l’evocazione fiammeggiante della grandezza romana, la celebrazione di un destino epico per la patria, non solo vengono articolati in toni assoluti, ma sono anche e soprattutto epurati da quel grande ideale di giustizia e libertà che aveva caratterizzato la produzione risorgimentale, a segnare così una netta cesura con la tradizione precedente. Bibl.: Guabello, «Raccolta dannunziana», I, pp. 3-5; De Medici, «Bibliografia di Gabriele D'Annunzio», I, pp. 9-10; Vecchioni, «Bibliografia critica di Gabriele D'Annunzio», I, pp. 7-8; Zeppi, «Il pensiero politico di D'Annunzio nell'Ottocento (1879-1900)», in «Filosofia politica», a. XIII, n. 1, aprile 1999, pp 105-142.
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