Libri antichi e moderni
TOSCANELLA, Orazio (1510-1580)-ARIOSTO, Ludovico (1474-1533)
Bellezze del Furioso di M. Lodovico Ariosto; scielte da Oratio Toscanella: con gli argomenti, et allegorie de i canti: con l'Allegorie de i nomi proprii principali dell'opera: et co i luochi communi dell'autore, per ordine di alfabeto; del medesimo
Pietro De Franceschi & nipoti, 1574
2400,00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italia)
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Dettagli
Descrizione
First edition of this extensive commentary on what Toscanella considered to be the stylistic gems of Ariosto's masterpiece. The title of the work was probably derived from a similar one projected by Girolamo Roncelli which, however, was never realized (cf. F. Serrati, Il genere e la disputa. La poetica fra Ariosto e Tasso, Rome, 2001, pp. 77-81).
“So, for example, by 1574, when Toscanella published his Bellezze del Furioso – a canto-by-canto commentary on the stylistic highlights of the poem – he assumed that the poem's canonical status was sufficiently established to systematize its function as a guide and storehouse of rhetorical examples for all would-be writers and orators. To be sure, the publication of the Bellezze served in itself to consolidate the process of Ariosto's canonization. Still, it was owing to the Venetian promotion of the poem during the previous two decades that Toscanella could unhesitatingly proclaim that Ariosto was the modern equal of the most revered poets of antiquity, and that, like theirs, his work could serve as an encyclopedic fount of poetic art and eloquence” (D. Javitch, Proclaiming a Classic: The Canonization of ‘Orlando Furioso', Princeton, NJ, 1991, p. 44).
“Al Furioso come bacino di esempi retorici si rivolge Orazio Toscanella nelle Bellezze del Furioso (1574), che mostra come le tre modalità interpretative chef a partire dalla giolitina del 1542 vengono seguite in tutte le edizioni cinquecentesche del Furioso (l'interpretazione allegorica, il riferimento ad semi classici e la decodificazione del poema in repertori) fossero nella mentalità dei commentatori del Cinquecento profondamente connessi. Il Toscanella si propone infatti di svelare gli insegnamenti morali e le norme del buon vivere sociale offerti da Ariosto sotto il velo allegorico della narrazione epica: per comprovare i significati nascosti negli elementi narrativi dell'opera, Toscanella utilizza i poemi classici come fonti di exempla morali cui il Furioso attinge e che ripropone come un vero e proprio manuale di galateo” (A. Langiano, Sulla ricezione cinquecentesca del Furioso nelle arti: traduzioni possibili?, in: “Cahiers d'études italiennes. Filigrana”, 17, 2013, pp. 80-81).
“Le Bellezze del Furioso si configurano come un'opera di forte tensione speculativa che consente di ripercorrere lo sviluppo delle sperimentazioni neoplatoniche nell'ambito dell'ermeneutica letteraria, lungo una linea che da Marsilio Ficino giunge fino a Francesco Patrizi. Concepite come una sorta di reader's digest del poema, compilano, oltre al commentario progressivo di ogni canto, argomenti, riassunti del senso letterale e allegorie, preceduti da un elenco di ‘allegorie de i nomi proprii, et principali di questa opera, per ordine di alfabeto'. Nonostante l'ormai ben salda cultura dell'aristotelismo accademico, negli anni difficili della Controriforma, Orazio Toscanella avvia una prassi esegetica che tenta di imporre i suoi parametri sotto altro segno, e si rivolge a un pubblico meno indottrinato e pronto ad accogliere argomentazioni che i filosofi istituzionali mostrano di rifiutare. L'insistenza sul piano simbolico richiama altri materiali filosofici che non quelli aristotelici, più complessi e noti a quel