Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Leopardi Giacomo

Canti di Giacomo Leopardi, edizione corretta, e notabilmente accresciuta

nella Stamperia Piatti, 1836

1200,00 €

Perini Libreria Antiquaria

(Verona, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
1836
Luogo di stampa
Firenze
Autore
Leopardi Giacomo
Editori
nella Stamperia Piatti

Descrizione

In 12°(mm 150x105); occhiello (presente ma tagliato), pagg. 180. Brossura leggermente posteriore a stampa color carta da zucchero. Rara seconda edizione fiorentina delle Canzoni, stampata da Guglielmo Piatti, lo stesso tipografo dell'originale del 1831. I Canti, composti tra il 1816 e il 1836, furono pubblicati in fasi successive: a due prime pubblicazioni parziali (Canzoni, Bologna, Nobili, 1824 e Versi, Bologna, Stamperia delle Muse, 1826) seguirà una prima edizione quasi completa e curata da Leopardi stesso presso l'editore Piatti di Firenze, nel 1831. Questa edizione, contiene XXIII canti, alcuni in una versione non definitiva, e in apertura, la celebre Lettera agli amici suoi di Toscana ("Ho perduto tutto: sono un tronco che sente e pena"). A questa edizione seguirà quella napoletana del 1835. La nostra edizione fiorentina del 1836, presenta identico contenuto della napoletana del 1835, ovvero la Notizia intorno alle edizioni di questi canti, i canti I-XXXII, XXXIII-XXXIV (che nell'edizione definitiva saranno XXXV-XXXVI) e i frammenti XXXV-XXXIX (che nell'edizione definitiva saranno XXXVII-XLI). Questa edizione accoglie, con correzioni, le aggiunte già apparse nell'edizione napoletana di Saverio Starita del 1835, contenente il cosiddetto 'ciclo di Aspasia'. È noto che Leopardi rimase profondamente deluso dall'edizione di Starita, afflitta da numerosissimi errori che l'Errata corrige correggeva solo in parte. In una lettera a De Sinner (3 ottobre 1835), il poeta definì l'editore "pidocchioso libraio", colpevole di aver approfittato del successo dell'iniziativa per stampare "la più infame edizione che ha potuto, di carta, di caratteri e di ogni cosa". Benché non autorizzata dall'autore, la presente edizione del 1836 risulta decisamente più accurata di quella napoletana, tanto che il Cappelletti, Saggio di una bibliografia leopardiana, poteva affermare: "Moltissime sono le mutazioni fatte in questa edizione, la quale si può dire l'ultima lezione adottata dall'autore". Bell'esemplare, fresco internamente e con barbe, brossura con tracce d'uso, pieghe superficiali, strappetto restaurato al piatto inf.<BR>Mazzatinti, 681. <BR>
Logo Maremagnum it