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Libri antichi e moderni

Dickens, Charles (Traduzone Di Gian Dàuli)

David Copperfield. Traduzione e riduzione di Gian Dàuli

Edizioni Aurora (S. A. Locatelli, Sommaruga, Monesi),, 1934

65,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1934
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Dickens, Charles (Traduzone Di Gian Dàuli)
Pagine
pp. 317 [3].
Editori
Edizioni Aurora (S. A. Locatelli, Sommaruga, Monesi),
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione Aurora.
Soggetto
Narrativa Straniera dell' 800
Descrizione
brossura illustrata a colori (illustrazione di Lea Spavenia) con titoli rosa e neri al piatto e neri al dorso,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione Aurora. Ottimo esemplare (brossura con normali tracce di usura e piccola abrasione al dorso; carte e tagli leggermente bruniti). Prima edizione Aurora del 1934 del famoso romanzo di Charles Dickens - originariamente pubblicato a puntate tra il 1849 e il 1850 - con la traduzione di Gian Dàuli, autore anche di una riduzione rispetto al testo originale. Quando, dopo le fondamentali - benché finanziariamente fallimentari - esperienze come direttore editoriale e in seguito responsabile di «Modernissima» e poi con «Delta» e «Dàuliana», lo storico editore, traduttore e scrittore Gian Dàuli - pseudonimo di Giuseppe Nalato - lascia anche Enrico Dall’Oglio e la sua - altrettanto storica - «Corbaccio» (per cui dirigeva la collana «I corvi»), giunge il tempo della casa editrice «Aurora», esperimento all’avanguardia che vede coinvolto, oltre allo stesso Dàuli, il tipografo Andrea Lucchi. Privi di soldi, i due inventarono un nuovo modo di fare e diffondere libri: illustrazioni d’impatto immediato e non convenzionali con il loro aspetto pubblicitario, utilizzo regolare di edicole e semplici bancarelle per commerciare i volumi, traduzioni curate eppure di veloce realizzazione. Un modo moderno, dunque, per nulla amato dai colleghi riuniti nella Federazione Nazionale Italiana Fascista Editori (che nel 1929 aveva sostituito la A.E.L.I.). Antifascista sempre più convinto e censurato, dal 1938, dal regime, Dàuli provò - prima di morire nel dicembre del 1945 - a rilanciare «Modernissima», tuttavia senza successo.
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