Libri antichi e moderni
BEMBO, Pietro (1470-1547)
Delle lettere [...] a Sommi Pontefici, a Cardinali et ad altri Signori et persone Ecclesiastice, scritte. Primo[-secondo] volume. Con la giunta della Vitta del Bembo (together with:) Delle lettere [...] Terzo [-quarto] volume.
[Gualtiero Scotto], 1575-1552
980,00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italia)
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Dettagli
Descrizione
Adams, B-595, B-596, B-591; Basso, pp. 132-134, 136; Braida, pp. 27-28; Edit 16, CNCE 5084 (I, II) and 5040 (III, IV); Index Aureliensis, 116.432 (III, IV); Quondam, pp. 288-289; P. Bembo, Lettere. Edizione critica, E. Travi, ed., (Bologna, 1987), I, pp. XLVII-XLVIII, L.
FIFTH EDITION of the first and second volumes and FIRST EDITION of the third and fourth volumes of Pietro Bembo's vernacular letters.
In 1532 Bembo begun to collect and organize his correspondence, both Latin and Italian, for publication. He decided approximately to divide the Italian letters into two major categories: those addressed to men (arranged according Venetian and not Venetian) and those addressed to women. To his Latin epistolary (Epistolae familiares) he added the letters (also called Brevi) which he had wrote as secretary to Pope Leo X.
The first collection to see the light was precisely the Petri Bembi Epistolarum Leonis Decimi Pontifici Max. nomine scriptarum libri sexdecim (Venice, 1535, see pp. xxx), which also remained the only edition of Bembo's letters published during his lifetime. In 1539, after his appointment as a cardinal, he abandoned the project to publish his correspondence, even though he continued to revise and correct the minutes until the end of his days. The prestige of his new position and the change in the Italian religious and political climate restrained him from divulging his private letters. For this reason he was very displeased seeing many of his youthful love letters published without his permission in the epistolaries issued by Paolo Manuzio (1541) and Paolo Gherardo (1544).
After Bembo's death, Carlo Gualteruzzi, one of his two literary executors (the other one was Girolamo Quirino), took up the task of publishing Bembo's letters as faithful as possible to the will of the author. In 1548 Gualteruzzi obtained a fifteen-years privilege for ‘li quattro volumi di Lettere volgari'. In the same year he issued the first volume (Rome, Dorico), but, while respecting the general plan of the author, introduced many arbitrary changes. “[Bembo] non giunse mai ad una risoluzione definitiva del quando e come pubblicare le sue lettere. Di fatto intervenne di tanto in tanto a riordinare e a correggere, ma non compì mai una revisione definitiva, e morì senza aver lasciato una indicazione in proposito, affidandone l'attuazione all'arbitrio di coloro che egli nel testamento promosse a custodi dei suoi manoscritti. La stampa ebbe così inizio ad opera di Carlo Gualteruzzi, che vi incluse tutta la corrispondenza con il Bibbiena fino a quel momento estranea alle tre raccolte indicate, alle quali apportò per giunta mutamenti ed adattamenti formali di cui non è testimonianza nei manoscritti né si identifica la fonte. Così di un disegno rimasto aperto nella mente dell'autore egli fece un'opera chiusa e sua. Di fatto egli concluse quello che il Bembo aveva lasciato incompiuto e interrotto, così che nelle raccolte da lui pubblicate, né è presente tutto il patrimonio epistolare del Bembo, né noi siamo certi di quanto il Bembo vi avrebbe ancora voluto includere” (E. Travi, Introduzione, in: “P. Bembo, Lettere. Edizione critica”, Bologna, 1987, I, pp. IX-X).
“Quanto poi al fatto che proprio il Gualteruzzi, e non gli altri commissari, abbia predisposto il primo volume ed i successivi, par probabile suggerire che ciò sia avvenuto perché presso di lui giacevano sicuramente i minutari, e, con ragionata deduzione, anche i codici intermedi e definitivi per la stampa, oltre che per l'ininterrotta sua frequentazione dell'autore” (E. Travi, Pietro Bembo e il suo epistolario: le edizioni, in: “Rendiconto dell'Istituto