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Libri antichi e moderni

Adriana Zarri, Antonietta Potente

È più facile che un cammello.

Lindau, 2022

29,00 €

Edizioni Lindau

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2022
ISBN
9788833537474
Autore
Adriana Zarri
Pagine
460
Collana
I pellicani
Editori
Lindau
Formato
142×212×24
Soggetto
Cattolicesimo Romano, Chiesa Cattolica Romana, Etica religiosa, Etica e filosofia morale
Prefatore
Antonietta Potente
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

«È più facile che un cammello passi per la cruna d’un ago, che un ricco entri nel regno di Dio»: questo passo del Vangelo di Marco è senza dubbio uno di quelli su cui tutti i cristiani si sono prima o dopo interrogati. Proprio a partire da esso, Adriana Zarri sviluppa la sua riflessione sul tema della povertà, chiamando in causa dall’Antico e dal Nuovo Testamento episodi e personaggi salienti – Abramo e Isacco, Zaccheo, Lazzaro, Marta e Maria, il figliol prodigo, la giovane adultera… – per far giustizia di sovrastrutture, semplicismi e interpretazioni non aderenti ai valori essenziali della tradizione cristiana. Attraverso la «narrazione teologica» che è stata la cifra distintiva della sua originalissima opera, in questo testo la Zarri riepiloga così i temi cardine della sua spiritualità, dando vita a una densa meditazione scritturistico-sapienziale sull’insegnamento di Cristo ritenuto più importante: imparare a essere poveri, intendendo la povertà come accettazione del limite umano e capacità di rendersi vuoti per la chiamata dello Spirito. «Liberaci dall’indigenza che è un vuoto vuoto – scrive l’autrice – e dacci la povertà che è un vuoto pieno, un vuoto ricco, un deserto fiorito, un cammello che passa dalla porta; dacci quella povertà che è ricchezza colma di te e di ogni bene della terra. […] Dacci, quindi, Signore, la tua povertà ricca; liberaci dalla segregazione e dacci la solitudine e il silenzio, densi di Amore e di Parola, ricchi di Spirito e di Verbo. Perché il solitario non è un misantropo, ma uno che alberga l’amicizia; il silenzioso non è un muto, ma uno che alberga la parola; e il povero non è un indigente, ma uno che semina ricchezza; e il ricco non è chi molto possiede, ma chi tutto ha perduto e ritrovato».
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