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Libri antichi e moderni

Foresti,STORIE DELL’ANTICO STUDIO DI BOLOGNA,1989 CLUEB[storia,Università

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(Bologna, Italia)

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Descrizione





UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA


Fabio Foresti - Arnaldo Picchi -
Anna Laura Trombetti,
STORIE DELL’ANTICO STUDIO DI BOLOGNA.
CLUEB - Cooperativa Libraria Universitaria Editrice Bologna,
Bologna 1989,
brossura, 16x24 cm., pp.296,
presentazione di Fabio Roversi-Monaco,
peso: g.582

cod.5341

CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime, come nuovo








dalla PRESENTAZIONE:

Nel programma ufficiale delle celebrazioni del IX Centenario dell’Università
di Bologna si collocava il nostro progetto Lo Studio e la Città,
caratterizzato da una marcata attenzione all’aspetto divulgativo dei
contenuti storico-culturali propri del momento di massimo prestigio
dell’antico Studio.

Spettacoli di piazza rappresentazioni teatrali, originali e storiche, che si
avvalevano di un’ampio lavoro di censimento e di elaborazione di fonti e
bibliografia, ne costituivano il fondamento, accanto ad interventi di tipo
più tradizionale per degli studiosi, quali la produzione di saggi, l’edizione
di fonti e la riproposta anastatica di opere ancora fruibili.

Raggiunti, di massima, gli obiettivi in quest’ultimo settore, non si sono
potuti portare a compimento alcuni dei più onerosi segmenti spettacolari
del progetto, talora giunti anche alle soglie della concreta esecuzione.
Il mezzo radiofonico ci sembrava un tramite privilegiato per sensibilizzare
un’ampia platea di non specialisti sul significato peculiare dell’insegnamento
privato e laico dei primi maestri e sulla connotazione essenziale di
Universitas Scholarium dello Studio alle sue origini, tanto nelle fasi di
crisi e di aperto conflitto, quanto nei momenti di pacifica convivenza e di
crescita. La formula prescelta inizialmente, condivisa dall’amico Federico
Doglio, che aveva reso possibile il primo contatto con i responsabili della
RAI, prevedeva l’esposizione narrativa e il commento di aspetti e temi di
quell’universo, inframmezzata dalla lettura di fonti coeve.

La drammatizzazione, che caratterizza i testi qui pubblicati, in sintonia con
gli obiettivi del «Dipartimento Scuola Educazione», è il risultato di una
collaborazione con il collega e amico Arnaldo Picchi, feconda di stimoli e
suggestioni anche se talora non priva di problemi sul piano dell’approccio e
dell’integrazione metodologica.
Il lavoro di ricerca preliminare ha consentito l’individuazione di una serie
di nuclei tematici connessi con le dinamiche proprie dell’istituzione
universitaria, dalle origini spontanee dello Studio alla costituzione delle
Universitates degli scolari e dei Collegi dei dottori nei loro rapporti con i
pubblici poteri; con la varia e vasta articolazione disciplinare, dal diritto
all’ara dictaminis, dall’ars notaría alla medicina, anche attraverso le
dispute che contrapposero emblematiche figure di maestri; con la vita
quotidiana dello Studio, animata da studenti e dottori, copisti e librai,
bidelli e miniatori, osti e prostitute e ambientata nelle aule e nelle
abitazioni private, nella Cattedrale delle lauree e nei tribunali, nelle
taverne, nelle piazze e sotto i portici delle strade; con il tessuto
sociale ed economico di una Bologna di artigiani, mercanti e cambiatori,
una città plurilingue grande crocevia della cultura internazionale.

Un repertorio storico dal quale abbiamo ricavato i ventisei soggetti,
ognuno dei quali dotato di lineamenti di sintesi (con fonti e bibliografia
di riferimento) e di percorsi di sceneggiatura possibili e aperti.
Il lavoro difficile del drammaturgo ha dovuto quindi fare i conti con le
esigenze di una ricostruzione storica e culturale che contrasta con le
semplificazioni richieste dalla forma del dialogo, attivato per dare voce
a quei «rivisitati fantasmi» che sono i protagonisti, tanto noti quanto
anonimi, delle storie di questo libro. In questa aporia, la sedimentazione
e l’assimilazione del passato, così come la coscienza dell’arbitrarietà
e convenzionalità di qualsiasi verismo e attualizzazione che lo riguardi,
lasciano — forse necessariamente — il posto alla soggettività e alla
sensibilità del drammaturgo, costretto alla sintetica incisività del
mezzo radiofonico.
Ma spesso le curiosità legittime del drammaturgo, preoccupato di
tratteggiare al meglio i suoi personaggi, pure nei loro profili d’ordine
psicologico, interagiscono positivamente con i dati della conoscenza
scientifica, sollecitando risposte e inquadrando prospettive, per noi e
— ci auguriamo — per i lettori, suggestivamente stimolanti, anche oltre
la dimensione didascalica.












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