Libri antichi e moderni
Francesco Bocchini,ANIMA PATATA,1998 Galleria L'Affiche[catalogo mostra,arte
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Dettagli
Descrizione
Francesco Bocchini,
ANIMA PATATA.
Catalogo della mostra,
Galleria L'Affiche, Milano,
12 NOVEMBRE-28 NOVEMBRE 1998.
Fotolitografia la Greca, Forlì 1998,
brossura, cm.10,5x15, pagine non numerate,
illustrazioni a colori,
peso: g.45
cod.4131
CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime
Dalla presentazione in catalogo
di Enzo Fabbrucci
C’è un posto, sulla strada che da Rimini porta a Ravenna, dove crescono
i fiori di latta.
Una razza strana di fiori dietro alle ultime saline di Cervia che d’estate
voltano la schiena al sole e rilucono come i monti della faccia lunare.
Lì tra le serre che fanno nascere frutti rotondi come un prodigio il vento
cambia direzione e, con l’odore del mare, viaggia il respiro delle prime
nebbie.
C’è un guardiano che li annaffia quei fiori, si chiama Francesco, uno di
poche parole che si spiega bene con le mani.
E nel Garbino che in inverno ti consola e in estate ti ammazza crescono muti
quei fiori di latta grandi come padelle.
Le quaglie che hanno attraversato il mare si vengono a buttare di pancia fra
di essi e lì nidificano, e poi ad agosto fanno un richiamo che sembra un fischio
interrotto appena l’hai iniziato ma all’ombra delle foglie si sta già meglio e
si è sorpresi da piccole magie.
So di animali addolorati che camminano tra quei fiori e tentano la via crucis
delle razze nate dopo la Pentecoste. Sono esseri addolorati perché di latta
anche loro, e hanno dei richiami a manovella. Nei loro piccoli mondi che
ci spaventano perché vi regna la vita remota e immensa della preistoria
hanno facce squadrate e per occhi dei fori.
Ma quando nessuno sta a sentire ecco che intentano all’ombra dei fiori un
dialogo stridulo e roco con le quaglie, e allora quello è un momento di raro
incanto, perché un animale che dialoga con un automa è bello come le
processioni di lucciole nei sogni.
Altre volte nel silenzio notturno che fa crescere la ruggine una luna
migratrice e stanca che viaggiava troppo bassa resta impigliata tra quei
fiori e allora gli automi la guardano in silenzio e poi, in silenzio,
giocano per ore.