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Libri antichi e moderni

Giancarlo Benevolo E Massimo Medica

I Corali Di San Giacomo Maggiore : Miniatori e Committenti a Bologna Nel Trecento

Edisai, 2003

55,00 €

De Bei Libraio

(Preganziol, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2003
Luogo di stampa
Ferrara
Autore
Giancarlo Benevolo E Massimo Medica
Pagine
314
Volumi
1
Editori
Edisai
Formato
170 x 240 Mm
Edizione
Edition originale
Descrizione
Neuf
Descrizione
Couverture souple
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Prima edizione

Descrizione

I Corali di San Giacomo Maggiore : Miniatori e Committenti a Bologna nel Trecento,a cura di Giancarlo Benevolo e Massimo Medica.Catalogo mostra Museo Civico Medievale di Bologna - Ferrara 2003 Edisai Pagine 314 ills.numerose a colori e in bianco/nero ottavo brossura -xx language : Italian textDescrizione libro: Edizioni Edisai, 2003. Bologna, Museo Civico Medievale. 14 dicembre 2002 - 31 marzo 2003. A cura di Giancarlo Benevolo e Massimo Medica. Bologna, 2003; br., pp. 314, ill. b/n col., cm 17x24. (Musei Civici di Arte Antica di Bologna. Monografie. Collana diretta da Massimo Medica. 2). Nella seconda metà del Trecento gli attivissimi miniatori bolognesi Nicolò di Giacomo e Stefano di Alberto Azzi prestarono la loro raffinata arte agli Agostiniani della chiesa di San Giacomo Maggiore per illustrare il ciclo di corali il cui finanziamento fu sostenuto da alcune delle più cospicue famiglie di Bologna di quell'epoca. Dopo contrastate vicende conseguenti alle soppressioni degli enti religiosi in età post-unitaria, i corali sono attualmente di proprietà comunale e sono conservati presso il Museo Civico Medievale, dove, al termine di delicati interventi di recupero e di restauro - recentemente eseguiti (in parte con finanziamenti IBC) soprattutto nei riguardi di alcuni codici gravemente danneggiati - finalmente si è potuto disporre di tutto il ciclo liturgico e quindi avviare accurate ricerche e analisi stilistiche che hanno permesso di evidenziare i forti motivi di interesse dei corali nel quadro della produzione artistica bolognese del periodo. Senza dubbio uno degli aspetti più esclusivi dei codici è rappresentato dalle suggestive raffigurazioni dei committenti laici e dei loro stemmi araldici che ci conducono fra gli altri alle famiglie Calderini, Isolani e Bolognini. Si tratta di un raro protagonismo di privati laici su materiali ad uso interno del convento agostiniano, in cui sembrano convergere contenuti socio-politici oltreché artistici e devozionali. La mostra, curata da Massimo Medica e da Giancarlo Benevolo, ha per oggetto innanzi tutto per la prima volta l'esposizione del ciclo completo degli antifonari che sono presentati insieme con altre significative testimonianze artistiche trecentesche legate alla committenza agostiniana e alla produzione di Nicolò di Giacomo. Accanto agli affreschi con Storie di Santa Maria Egiziaca eseguiti da Cristoforo da Bologna e ad altre testimonianze pittoriche coeve provenienti da San Giacomo, il pubblico ha infatti l'occasione di ammirare alcuni capolavori della miniatura del Trecento, tra cui, firmate da Nicolò di Giacomo, le Decretali di Giovanni d'Andrea (1354) conservate alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e la preziosissima versione del De bello pharsalico per la committenza Gonzaga (1373) conservata alla Biblioteca Trivulziana di Milano. Sempre di Nicolò di Giacomo è inoltre presentato per la prima volta uno dei corali realizzati per la Collegiata di San Giovanni Battista di San Giovanni in Persiceto (Bo). La miniatura ha la capacità di incantare per quel contatto intimo e diretto che crea col pubblico, nonostante il tempo e la cultura che li separa; inevitabile subirne il fascino quando il miniatore dimostra di possedere quel gene artistico della narrazione popolare che accomuna i migliori maestri di formazione bolognese. E' certamente il caso di un'artista come Nicolò di Giacomo (notizie dal1353-1401), illustratore di molti dei corali restaurati ed in alcuni casi ricostruiti che possiamo ammirare alla mostra del Museo Civico Medievale. Brulica di figure la pagina del codice proveniente dalla Biblioteca Ambrosiana: le Decretali di Giovanni d' Andrea (1354) con le brillanti rappresentazioni delle virtù, dove la scena si anima in una rassegna di gesti, caratteri, interazioni e in un colore eccitato che ne scandisce il ritmo. I suoi capilettera, specialmente quando raccontano, lo fanno con vivace trascrizione della realtà ma anche nelle decorazioni che richiedono iconograficamente -
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