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Il romanzo Il maglione rosso (1948-1949), finora inedito, si ispira al soggiorno a Parigi di Mario Sturani nel biennio 1931-1932. Tra gli anni dei fatti e la stesura del romanzo passano tempi drammatici, segnati dall'affermazione del Nazismo, dal baratro della Seconda Guerra mondiale, dalle speranze della rinascita postbellica. Al principio il maglione rosso del titolo è il vestito sgargiante da aspirante artista del protagonista Sergio Sivari; infine, al termine di un intenso percorso di formazione, diventerà un cosciente segno distintivo. La Parigi in cui Sivari-Sturani tenta la fortuna rispecchia le atmosfere di Viaggio al termine della notte di Céline (1932) e di Tropico del Cancro di Henry Miller (1934); e Joséphine Baker è la protagonista del suo mito. Accoglienza, apertura mentale e libertà sessuale, variegati incroci di persone culture ed esperienze, di letteratura arte e musica, di piani alti e bassi: «Parigi è bella per questo: sa essere come ognuno la vuole. Ti lascia libero, non ti soffoca, non ti opprime. Ci possono vivere bene i Picasso come i cravattoni della vecchia bohème». Pieno di illusioni e di progetti egli sarà presto disingannato e vivrà il crudo passaggio dal mondo dei sogni a quello della realtà. Il tutto narrato con scanzonata vivacità picaresca, brillanti trovate da commedia degli equivoci, ritmo sostenuto e tanta ironia.