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Libri antichi e moderni

Lippi Lorenzo (Pierleone Zipoli)

Il Malmantile racquistato di Perlone Zipoli colle note di Puccio Lamoni e d'altri

Francesco Moücke, 1750

500,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1750
Luogo di stampa
Firenze
Autore
Lippi Lorenzo (Pierleone Zipoli)
Editori
Francesco Moücke
Soggetto
Letteratura italiana, Poesia eroicomica, Figurati del '700
Sovracoperta
No
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

2 voll. in-4° (260x200mm), pp. XXXX, 912 (numerazione continua); legatura coeva in piena pergamena con titolo in oro su tassello al dorso e tagli marmorizzati policromi. Bella antiporta allegorica incisa in rame dallo Zuccarelli da disegno del Lippi stesso, frontespizio in rosso e nero, due ritratti di Lorenzo Lippi (uno in età giovanile e uno in età matura) e uno di Paolo Minucci (quest'ultimo inciso in rame e ripiegato f. t.), iniziali e testatine incise in rame. Testatine figurate incise in rame. Dedicatoria del tipografo al patrizio fiorentino Giovanni Altoviti. Ottimo esemplare. Edizione fiorentina del noto poema eroicomico in 12 canti del pittore e letterato Lorenzo Lippi (1606-1664), uscito postumo nel 1676, sotto lo pseudonimo di Perlone Zipoli, con un largo commento apposto da un amico del Lippi, Paolo Minucci (Puccio Lamoni). Precedono il poema alcune dedicatorie e sonetti e la vita del Lippi scritta da Filippo Baldinucci nelle sue 'Notizie de' Professori del Disegno'. L'edizione contiene foltissime annotazioni in calce del Minucci, di Antommaria Salvini e Antommaria Biscioni. L'opera è imperniata sulla contesa tra Celidora e Bertinella per il reame di Malmantile, castello diroccato presso Signa. L'idea del poema venne all'autore del vecchio castello di Malmantile, a sette miglia da Firenze, ancorché il titolo venne allegoricamente desunto da 'vecchie tovaglie da tavola'; esso serba un notevolissimo valore linguistico, in quanto il Lippi raccolse in esso i riboboli circolanti nella lingua viva del popolo fiorentino verso la meta' del 600. Nel poema figurano numerosi personaggi del tempo adombrati sotto nomi fittizi, come Salvator Rosa (Salvo Rosata), che era amico del Lippi, e Carlo Dati (Alticardo). Brunet, V, 1537. Graesse, VII, 516. Gamba, 597: 'Molto più ornata, accresciuta e corretta delle antecedenti'. Passano, I, 595. Melzi, II, 329.
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