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Libri antichi e moderni

Accademici Intronati

Il sacrificio Comedia de gli Intronati. Celebrato ne’ giuochi di uno carnevale in Siena.

800,00 €

Bongiorno Paolo Libreria

(Modena, Italia)

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Dettagli

Autore
Accademici Intronati
Soggetto
teatro

Descrizione

In Vinegia, presso Domenico Cavalcalupo, 1585. Da carta 14 Prologo de “Gli Ingannati dell’Intronati”, elenco dei Recitatori della Commedia poi segue la commedia. In 8vo (cm. 15), mezza pelle dell’Ottocento a 5 nervi con titolo in oro al dorso; carte 69 + 3 con la “Canzon nella morte di una civetta”. Gli "Intronati", accademia fondata nel 1525 da intellettuali appartenenti alla nobiltà e alla borghesia ricca ("cittadini di reggimento"), prima soprattutto con intenti letterari e mondani, ma presto con una notevole partecipazione alla vita teatrale cittadina. Autori-attori dilettanti, gli Intronati prendono le distanze dall'attualità politica - salva la solita componente satirica antispagnola - e financo, elegantemente, da ogni ambizione di successo personale, per cui le loro produzioni rimangono spesso anonime, frutto di una straordinaria concordia di intenti e raffinata comunanza di cultura. Dopo una festa allegorica, Il sacrificio, in cui gli accademici avevano bruciato i ricordi delle proprie donne per liberarsi dalla soggezione di Amore, in tre giorni essi composero nel 1531 una commedia dedicata alle dame senesi per impetrarne il perdono, Gli Ingannati. La favola è ambientata a Modena, e non mancano, per esempio nel colorito diverbio fra due osti per attirare dei nuovi clienti nei loro rispettivi alberghi, accenni alla realtà ambientale, locale e italiana. La trama riesce a fondere armoniosamente, come in un repertorio drammatizzato, quasi tutte le situazioni canoniche del teatro comico classico e rinascimentale. Gli Ingannati si impongono alla nostra ammirazione come lavoro originale, sia per il rilievo di certi personaggi - la giovanissima, schietta e coraggiosa Lelia che fugge dal convento e viene a Modena in panni maschili alla riconquista dell'uomo amato - sia e soprattutto per la perfezione con cui suspense e colpi di scena si susseguono da una scena all'altra. Se le commedie di Aretino possono suggerire un confronto con la novellistica cinquecentesca, qui si sarebbe tentati invece di parlare di avvincente "romanzo", un genere che allora non esisteva: e l'interesse e la fluidità dell'azione sono tanto più notevoli, se si pensa che il testo fu composto in pochissimo tempo e non da un drammaturgo professionista, ma collettivamente da un gruppo di letterati dilettanti. Ad assicurare il pieno successo dell'impresa dovette esserci comunque un coordinatore e, diremmo oggi, un regista. Tale funzione fu assunta da uno degli accademici più giovani (che probabilmente fu anche tra i principali autori), Alessandro Piccolomini, detto lo Stordito, non ancora assurto alla celebrità che gli verrà dagli studi filosofici e dall'insegnamento padovano, ma già primeggiante fra gli Intronati per il prestigio della famiglia, il fascino della persona e l'ingegno. Axs
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