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Libri antichi e moderni

[Rajberti Giovanni]

Il volgo e la medicina. Discorso popolare del medico-poeta UNITO A 1. Appendice all'opuscolo Il volgo e la medicina. Altro discorso popolare del Dottore Giovanni Rajberti E 2. La prefazione delle mie opere future. Scherzo in prosa del Medico - Poeta

Fr. Sambrunico Vismara succ. a Pietro Agnelli -, 1838-1841

90,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1838-1841
Luogo di stampa
Milano
Autore
[Rajberti Giovanni]
Editori
Fr. Sambrunico Vismara succ. a Pietro Agnelli -
Soggetto
Letteratura italiana, Omeopatia, Scherzi letterari
Descrizione
*Hardcover
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione

Descrizione

Tre opere in un volume in-8° (20x14 cm), modesta mezza percallina coeva con titoli dorati al dorso, piatti marmorizzati. Pp 165, (3); 173, (3); 80. Al contropiatto anteriore foglietto applicato con indice manoscritto di mano primonovecentesca. Prime due opere con lievi ma diffuse fioriture e una lieva alonatura al margine esterno di alcune pagine, peraltro buon esemplare. Edizioni originali, pubblicate a spese dell'Autore e impresse in forma anonima, di questi scritti rajbertiani. La prima opera è una dissertazione medica rajbertiana, durissima nei confronti di Hahnemann e della medicina omeopatica, che iniziava allora a diffondersi anche in Italia. Rajberti riduce le cure omeopatiche al rango di superstizioni popolari, schernendo la 'prodigiosa divisibilità della materia' di cui darebbero prova i rimedi di Hahnemann. Segue la rara 'Appendice', anch'essa in edizione originale (pubblicata l'anno seguente da Giuseppe Bernardoni di Milano) ove l’autore riprende e amplia gli spunti polemici contro l'omeopatia, discorrendo, in parallelo, anche del magnetismo animale. La seconda opera è invece d'intonazione umoristica e facetamente autoapologetica. 'Se voi altri troverete bello, magnifico e spiritosissimo tutto ciò che ho scritto, anche quando bonus dormitat Homerus, io vi cederò sempre l'onore di stendere i panegirici delle mie Opere future'.