Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Schmitt Carl, Hertweck F. (Cur.), Kisoudis D. (Cur.), Giesler G. (Cur.), br.

Imperium. Conversazioni con Klaus Figge e Dieter Groh 1971

Quodlibet, 2020

non disponibile

Maremagnum.com (Milano, Italia)

Parla con il Libraio
non disponibile

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
2020
ISBN
9788822905697
Autore
Schmitt Carl, Hertweck F. (Cur.), Kisoudis D. (Cur.), Giesler G. (Cur.)
Pagine
pagine 276
Collana
Saggi
Editori
Quodlibet
Formato
In-8
Soggetto
Filosofia sociale e politica
Illustratore
br.

Descrizione

In questa lunga intervista del 1971, qui pubblicata per la prima volta in trascrizione integrale e corredata di essenziali note di commento, l'ormai ottantatreenne giurista Carl Schmitt risponde alle domande dello storico Dieter Groh e del giornalista Klaus Figge, offrendo un insostituibile documento autobiografico, che si rivela anche una preziosa fonte diretta per la storia del Novecento. Dalle sue origini cattoliche al rapporto conflittuale col mondo protestante tedesco, dagli studi universitari alla carriera accademica, Schmitt affronta, senza scantonare, le ombre del suo controverso impegno politico, inquadrandolo nei tormentati anni che dalla Repubblica di Weimar portarono alla conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo in seguito alla nomina di Hitler a cancelliere. Schmitt espone gli episodi della sua vita privata e pubblica distribuendoli lungo un ben calibrato percorso, che scandisce rigorosamente in date e contesti, ricontrollando minuziosamente tutti i dettagli sui propri diari stenografici dell'epoca e su altri documenti conservati nel suo archivio personale, in una costante tensione fra testimonianza individuale e storia collettiva. Grazie a questa tensione, il colloquio riesce a far emergere la straordinaria competenza politica, tattica e persino amministrativa di Schmitt, senza per questo trascurare la sua determinazione a cercare una chiave metastorica su cui basare e giustificare la propria opera. La biografia del giurista attraversa, come è noto, i momenti più drammatici della storia europea, ma i suoi ricordi, che vibrano nella viva voce narrante del protagonista, non sono le malinconie di un vecchio reduce, bensì le argomentate istanze di un uomo che obbedisce con coerenza al ruvido comandamento di Nietzsche: «Che non si commettano viltà verso le proprie azioni! Che non le si pianti poi in asso!».