Dettagli
Anno di pubblicazione
1925
Autore
Malaparte Suckert Curzio
Soggetto
Edizioni Gobetti, Prime edizioni
Descrizione
In-8°, pp. 126, (2), brossura editoriale ideata da Casorati e con il motto in greco, disegnato come un ovale, 'tì moi sun doùloisin' (che ho a che fare con gli schiavi?). Stampato dalla Tipografia Sociale di Pinerolo. La brossura riporta la data 1926. Mancanza alla cuffia superiore del dorso, per il resto ottima copia Rara edizione di un libro 'fascista', il testo viene accompagnato con una nota che ci spiega le motivazioni della sua scelta: ' Presento al mio pubblico il libro di un nemico. Mi piace essere settario - intransigente, non settario - filisteo. Ho giurato di non rinunciare mai a capire né ad essere curioso'. Gobetti ai suoi collaboratori chiedeva 'una garanzia di serietà e di originarietà' piuttosto che una uniformità di vedute politiche. Pianciola. 'Piero Gobetti'. Il giovane editore conobbe Suckert (adotterà lo pseudonimo Curzio Malaparte dal 1925) nel luglio 1922 in occasione del viaggio a Roma in cerca di nuovi contatti con autori teatrali, artisti. contatti che, come scrisse ad Ada Prospero, lo stimolavano positivamente a 'recuperare la mia libertà in un colloquio inatteso e e imbarazzante. una battaglia che m'impone di rinnovare tutte le mie forze.' (Lettera ad Ada Prospero 9 Lugluo 1922). Gobetti e Suckert, al di là delle antitetiche posizioni politiche, rifiutavano l'idea della neutralità della culturae l'indifferentismo delle anime belle che si tenevano al di sopra della mischia. Il gusto dell'eresia e la voglia di mettersi in discussione portavano sia Gobetti che Suckert a dialogare con individui che professavano visioni del mondo diverse dalle proprie. Ed è questo il motivo che porta alla pubblicazione di 'Italia barbara'. In uno scambio epistolare entrambi si raccomandano di non proseguire per il cammino iniziato che non potrà che portarli fuori strada. Gobetti gli raccomanda 'un po d'accortezza. Tu sei nato fascista e non devi perderti miseramnete'. Suckert risponde 'hai ragione in parte, ma che vuoi che faccia? E' assurdo pretendere che un italiano oggi non si occupi di politica. Che cosa si potrebbe fae, in Italia, se non si facesse della politica?. E poi, dici bene tu: io sono un fascista nato, anche se non sono nato con la camicia. nera'. (lettere dall'archivio Centro Studi Piero Gobetti). Lanzillotta n. 86