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Libri antichi e moderni

Stendhal [Henri Beyle]

L’Abbesse de Castro par M. de Stendhal, Auteur de Rouge et noir, de la Chartreuse de Parme, etc., etc.

Dumont, Éditeur, Palais-Royal, 88, Au Salon Littéraire - (Imprimerie de E. Dépée, à Sceaux),, 1839

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria (MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1839
Luogo di stampa
Paris,
Autore
Stendhal [Henri Beyle]
Pagine
pp. [4 con occhietto e frontespizio] 329 [1];
Editori
Dumont, Éditeur, Palais-Royal, 88, Au Salon Littéraire, (Imprimerie de E. Dépée, à Sceaux),
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Narrativa Straniera dell' 800
Descrizione
brossura originale gialla stampata in nero ai piatti e al dorso (il piatto anteriore riproduce il frontespizio; catalogo editoriale Dumont al piatto posteriore),
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Eccezionale esemplare conservato nella sua rarissima brossura originale e a pieni margini (221 x 148 mm), con le pagine freschissime e pulite (fatti salvo minimi e radi segni del tempo passim, come normale). Il filo di legatura leggermente allentato ha determinato una separazione tra i fascicoli 11 e 12 (pp. 170-171), con conseguente lacerazione verticale sul dorso (un poco sciupato, con qualche lacerazione e minime mancanze). Il volume è accolto in un bel cofanetto cartonato, con camicia in mezzo marocchino rosso a grana grossa. Prestigiosa la provenienza: il libro faceva parte della biblioteca di Giannalisa Feltrinelli, come testimoniano l’ex libris al contropiatto anteriore e il timbretto a secco all’occhietto. Capolavoro del romanzo breve, considerato da molti come la prova generale della «Chartreuse de Parme», «L’Abbesse de Castro» racconta la storia d’amore a tinte fosche tra la nobile Elena Campireali e il brigante Giulio Branciforti, ambientata nella selvaggia campagna romana dei primi del Cinquecento. L’opera apparve in pre-originale sulle colonne della «Revues des deux mondes», tra febbraio e marzo dello stesso 1939, sotto lo pseudonimo di «F. de Lagenevais». Fu raccolta in libro da Dumont assieme a due racconti brevi sempre d’ambientazione italiana, «Vittoria Accoramboni duchesse de Bracciano» (da p. [207], con proprio occhiello) e «Les Cenci. 1599» (da p. [265], con proprio occhiello), sempre apparsi in pre-originale sulla «Revue», ma anonimi. -- «Je traduis cette histoire de deux manuscrits volumineux, l’un romain, et l’autre de Florence. A mon grand péril, j’ai osé reproduire leur style, qui est presque celui de nos vieilles légendes», dichiara Stendhal al termine del capitolo introduttivo. Ma l’espediente narrativo del manoscritto ritrovato ha assunto negli ultimi anni una nuova connotazione, con la scoperta, degna di una spy story, degli atti del processo intentato contro la vera badessa di Castro, da cui furono tratte le cronache utilizzate da Stendhal: il documento, infatti, dapprima conservato in archivio, era poi stato rubato, per riapparire sul mercato antiquario alla metà del XIX secolo, e infine essere sepolto tra gli scaffali di una biblioteca. Grazie al nuovo ritrovamento non solo è possibile delineare con maggiore precisione i contorni di una vicenda che causò enorme scandalo, ma anche rileggere sotto nuova luce «L’Abbesse de Castro», andando a cogliere le modalità con cui Stendhal rielaborò le fonti per dare vita al suo capolavoro. Un capolavoro che a distanza di quasi un secolo non smette rinnovare il suo fascino, ancor più in questa prima rarissima edizione. Bibl.: Carteret, Le Trésor du bibliophile, vol. II, p. 360; Rahir, La Bibliothèque de l'amateur, 646 ; Vicaire, Manuel de l'amateur de livres du XIXe siècle, 460; L. Roscioni, Le manuscrit retrouvé de l’Abbesse de Castro. Stendhal entre écriture de l’histoire, érudition et commerce des livres, in Stendhal et le récit bref, Textes réunis et présentés par Michel Arrous, «HB. Revue internationale d'études stendhaliennes», 20, 2016, pp. 109-19.