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Libri antichi e moderni

Barclay John.

L'ARGENIDE DI GIOVANNI BARCLAIO. Tradotta da Francesco Pona. All'illustrissimo, & Eccellentissimo Signor Domenico Molino.

Per Gio. Salis, ad instantia di Paolo Frambotti, 1629

350,00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1629
Luogo di stampa
In Venetia
Autore
Barclay John.
Editori
Per Gio. Salis, ad instantia di Paolo Frambotti
Soggetto
TESTI ANTICHI E RARI, TESTI ANTICHI. XV° - XVIII° secolo, TESTI ANTICHI PER ARGOMENTO
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Accettabile
Legatura
Rilegato
Copia autografata
No
Condizioni
Usato

Descrizione

Cm.22,5x16. Pg.(20), 749, (9), con errata in fine. La numerazione delle pg.135-135 è ripetuta. Legatura coeva, alquanto consunta e leggermente allentata, in piena pergamena semirigida, con alcuni forellini. Dorso a tre nervi. Generali tracce d'uso. Vecchio alone di umidità che interessa l'angolo superiore interno del volume. Al frontespizio marca calcografica con Gesù Cristo benedicente con la mano destra, mentre nella sinistra tiene un globo sormontato da una croce. Cartigli e capilettera ornamentali. Prima edizione italiana del poema "Argenis" del poeta scozzese John Barclay (Pont-à-Mousson, 28 gennaio 1582 – Roma, 15 agosto 1621), che ebbe un ruolo importante nella nascita del romanzo moderno in Italia, dove l'autore visse a lungo, morendo a Roma. "L'"Argenis" rappresenta il capolavoro della carriera letteraria di John Barclay. Il racconto intreccia il tema delle armi e quello degli amori, riprendendo quindi l'impianto narrativo canonico della letteratura cavalleresca di età rinascimentale. Barclay innova però in profondità la struttura romanzesca instaurando un dialogo costante con la politica e la storia . La straordinaria fortuna goduta dall'"Argenis" di John Barclay pone l'opera tra i best seller della sua epoca, volume premiato dall'apprezzamento del pubblico anonimo dei lettori e dal plauso dei sapienti. Tale successo trova testimonianza nel susseguirsi di edizioni sia nella veste latina originale sia nelle numerose traduzioni nelle principali lingue nazionali del continente, che ne protrassero la fortuna lungo tutto il Settecento e l'Ottocento" (Cinzia Bearzot in "L'Argenis di John Barclay e la sua influenza sul romanzo italiano del Seicento"). La traduzione si deve a Francesco Pona (Verona, 1595-1655), cultore dell'aristotelismo padovano, città dove aveva compiuto gli studi, poi ultimati a Bologna. Fu scrittore assai prolifico passando con disinvoltura da testi di medicina e di anatomia a studi botanici e ad impegni letterari. > Piantanida, 3292, "E' la più nota traduzione italiana del celebre romanzo, citata solo dal Quadrio (VI, pg.385). Il Pona traduce anche i versi". Codice libreria 169470.