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Libri antichi e moderni

Bakunin Marussia [Et Al.] –

L’Università di Napoli incendiata dai tedeschi. 12 settembre 1943.

Macchiaroli,, 1944

70,00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1944
Luogo di stampa
Napoli,
Autore
Bakunin Marussia [Et Al.] –
Editori
Macchiaroli,
Soggetto
Napoli, Resistenza

Descrizione

In-8°, pp. 54-10 (n.n.) con 4 ripr. fotogr. L’opuscolo riproduce i documenti della devastazione dell’Università. In appendice “La viltà spirituale del nazismo” discorso pronunziato dal rettore Adolfo Omodeo il 14 ottobre 1943 per la riapertura dell’Università dopo l’incendio. Naturali tracce d’uso alle cop. Rara e ricercata edizione originale. Rara e ricercata edizione originale. Interessante e raro documento. Memoria dell’incendio dell’Università di Napoli operato dalle truppe naziste, fondata sulle relazioni, dichiarazioni e testimonianze oculari, tra gli altri di: Marussia Bakunin, direttrice dell’Istituto di Chimica Generale dell’Università; Mariano Petino, custode del palazzetto medievale dell’Università; Anna Cavaliere addetta di segreteria e Luigi Allocca custode; Raffaele Pironti, libraio; Nicola De Dominicis, impiegato; Enzo Carlevaro, titolare di Fisica tecnica e preside della Facoltà di Ingegneria.<BR><BR>Durante l’incendio dell’Università i nazisti fucilarono un giovane marinaio. Questo episodio segnò l’inizio della rivolta delle “Quattro giornate di Napoli”, che scoppiò il 28 settembre.<BR>Il 12 settembre 1943, l’Università Federico II di Napoli, fu teatro di un evento tragico: l’incendio appiccato dai soldati tedeschi. Questo atto, parte di una più ampia rappresaglia, seguì l’uccisione di un giovane marinaio, Andrea Mansi, sulla soglia dell’Università. L’incendio, insieme all’esecuzione di Mansi, fu un atto dimostrativo per intimidire la popolazione napoletana, che però reagì con le Quattro Giornate di Napoli, un’insurrezione popolare che portò alla liberazione della città. <BR><BR>L’armistizio dell’8 settembre 1943 scatenò la feroce rappresaglia tedesca pianificata dal Colonnello Scholl e dagli alti ufficiali del Comando nazista che intedevano eseguire alla lettera l’ordine di Hitler di ridurre Napoli “a fango e cenere”. Seicento uomini, con mezzi corazzati, autoblindo, cannoni e mitragliatrici assediarono l’Università assieme a una troupe cinematografica, che filmò non solo l’incendio ma anche la fucilazione del giovane marinaio sullo scalone dell’Università. La distruzione fu notevole: 200.000 volumi, 1500 carte geografiche, 200 legature di pregio, carte d’archivio della Biblioteca Pontaniana e della Società di Scienze, Lettere e Arti…<BR><BR>Il 1 ottobre 1943 Napoli fu la prima città d’Europa a liberarsi dal nazifascismo. L’unica, nella storia, a farlo da sola.
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