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Libri antichi e moderni

Porzio Marta –

La resistenza teatrale. Il teatro di ricerca a Napoli dalle origini al terremoto.

Bulzoni,, 2011

22,00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2011
Luogo di stampa
Roma,
Autore
Porzio Marta –
Editori
Bulzoni,
Soggetto
Napoli, Teatro

Descrizione

In-8 (cm 21,5), pp. 500, ill. fotogr. Insignificanti tracce d’uso, manca la prima carta bianca, ma in buone condizioni. Un libro insostituibile per la conoscenza del teatro di ricerca partito da Napoli. «È a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta che per opera e intuizione di alcuni giovanissimi sovversivi della scena, ha inizio a Napoli un intenso percorso di rottura nei confronti dei codici espressivi imperanti. Un percorso che inizialmente è ancorato alla città e che proprio dal confronto/scontro con la città trae la sua principale ragione d’essere. Pur tenendo aperto in alcuni casi un rapporto dialettico con la parte viva della tradizione (Viviani, Eduardo, Petito, la sceneggiata), il nascente nuovo teatro napoletano va fortemente contro la scena cosiddetta ufficiale, incrociandosi con quanto succede sul piano nazionale negli stessi anni e contaminandosi con le più importanti avanguardie internazionali. Rispetto al contesto locale in cui operano, i giovani della nascente scena off compiono un’azione che non è esagerato definire rivoluzionaria, o quantomeno di forte e consapevole resistenza teatrale. Ed è in questa azione che va riconosciuta l’origine di quanto viene dopo: la Nuova Drammaturgia, per intenderci, ma anche i Teatri Uniti e tutto il nuovo teatro cosiddetto napoletano che ha varcato più facilmente i confini della città a partire almeno dalla seconda metà degli anni Ottanta, non sono nati affatto dal nulla, anzi. Il percorso di ricerca che questo volume restituisce è durato circa dieci anni e si è basato soprattutto sulle testimonianze di molti tra i moltissimi protagonisti. Il libro parte dagli anni ’50 (data simbolica, l’anno della morte di Raffaele Viviani) e si chiude con gli anni ’80 (ancora una data simbolica, con il terremoto che sconquassa la città). La forza del tomo è la capacità di calare il teatro in quel contesto sociale, politico ed economico. Per anni la ricerca teatrale a Napoli è stata considerata ai margini se confrontata con quella di città come Milano o Firenze. Chiudere il volume con il terremoto è anche una scelta stilistica, perchè consente all’autrice di muoversi in una giusta prospettiva storica dove il rapporto con la tradizione è più semplice, sedimentato».
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