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Libri antichi e moderni

Introduzione, Traduzione E Note Di: Pio Filippani Ronconi, Prefazione Di: Farhad Daftary, : Marie-José Heijkant

La Tavola Ritonda

Luni Editrice 1997,

21,80 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italia)

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Dettagli

ISBN
9788879840477
Autore
Introduzione, Traduzione E Note Di: Pio Filippani Ronconi, Prefazione Di: Farhad Daftary
Editori
Luni Editrice 1997
Curatore
: Marie-José Heijkant
Soggetto
Letteratura-Letteratura epico, cavalleresca

Descrizione

598 pagine. Brossura. Collana: Biblioteca Medievale, 1. Quarta di copertina: Fra i grandi miti cavallereschi che fiorirono in Francia durante il secolo XII per poi diffondersi rapidamente in tutta Europa, il pubblico italiano sembra aver prediletto quello di Tristano e Isotta, come testimoniano le numerose versioni della storia composte - soprattutto in Toscana e nel Veneto - a partire dal Duecento. La più originale e completa è certamente La Tavola Ritonda, che include la tragica storia d'amore in un vasto e animato affresco narrativo del mondo arturiano: alla storia di Tristano si intrecciano così quelle di Lancillotto e Ginevra, la ricerca del Santo Graal e numerose altre avventure. Il protagonista - malgrado la sua passione peccaminosa per Isotta - diventa qui un modello perfetto di valor e virtù, incarnazione esemplare di quel sogno cavalleresco e tardogotico nel quale la borghesia dei Comuni toscani inseguì la propria immagine ideale. Ma lo spirito borghese del suo anonimo autore, un toscano della prima metà del Trecento, si rivela soprattutto nella libertà che egli mostra nei confronti della materia tradizionale, nel suo sguardo di osservatore lucido e talora ironico, nella fluidità e scorrevolezza del suo stile narrativo, che sembrano già annunciare l'ispirazione di un Boiardo o di un Ariosto. Suo appena dissimulato portavoce è Dinadano, il cavaliere che smitizza con le sue spas­sose battute, in nome di una prudenza e di un buon senso che non vanno esenti da una certa dose di codardia, i grandi ideali amorosi e guerreschi dei suoi compagni: ogni mattina, quando si sveglia - confessa un giorno a Isotta - prega Iddio di non incontrare un cavaliere troppo valoroso, perché gli sono già capitate troppe brutte avventure
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