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Libri antichi e moderni

Beppe Boni

La Testa Del Duce. Il Mistero Della Statua Allo Stadio Littoriale Beppe Boni M

Minerva Edizioni (Bologna), 2025

16,90 €

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(Trebaseleghe, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2025
ISBN
9788833248066
Autore
Beppe Boni
Editori
Minerva Edizioni (Bologna)
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Dettagli Libro<br><br>Sku: PZZLB118356<br>ISBN: 9788833248066<br>Titolo: La Testa Del Duce. Il Mistero Della Statua Allo Stadio Littoriale<br>Autore: Beppe Boni<br>Editore: Minerva Edizioni (Bologna)<br>Anno: 2025<br>Pagine: 192<br>Formato: Brossura<br><br>Nelle pieghe della storia che sta a monte dello stadio Dall'Ara dove oggi i calciatori del Bologna corrono su un tappeto d'erba perfetto perfino nel color verde smeraldo aleggia una vicenda in chiaroscuro sulla testa di Benito Mussolini. Lo stadio, allora Littoriale, venne inaugurato con lo scenografico ingresso del Duce a cavallo nel 1926, tre anni dopo nel 1929 fu scoperta sotto la Torre di Maratona, simbolo del vigore atletico, la statua equestre che ricordava proprio quell'avvenimento. Ma il 25 luglio 1943 cambiò la storia d'Italia, cadde il fascismo, il Duce fu sfrattato da Palazzo Venezia e arrestato, poi arrivò la Repubblica sociale italiana. Quel giorno la gigantesca statua equestre voluta dal Ras di Bologna Leandro Arpinati, che era pure presidente della Federazione italiana gioco calcio, fu devastata dalla rabbia popolare perché simbolo del regime fascista. E qui comincia il giallo, forse oggi concluso, forse no. La statua venne spezzata in tre dalla rabbia di parte dei bolognesi. La testa dopo un finto funerale lungo le vie della città entrò in un cono di mistero. Come nella ballata di thriller fu trafugata, nascosta, forse rubata, divenne oggetto del desiderio di collezionisti e trafficanti. E oggi dopo quasi cento anni riemerge. Sullo sfondo si grana la controversa vicenda umana e politica di Leandro Arpinati, prima squadrista, ministro fascista sempre critico verso il regime, poi arrestato da Mussolini e ucciso dai partigiani durante gli ultimi lampi di guerra nella sua tenuta di Malacappa insieme all'amico socialista di una vita, Torquato Nanni.
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